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«Francesco Corsiglia non ha avuto esitazioni, è venuto qua a proclamare la sua innocenza. La genuinità della sua versione resta integra proprio perché si è sottoposto al fuoco incrociato delle domande del dibattimento». L’avvocato Gennaro Velle insiste più volte su questo punto nell’arringa davanti al collegio presieduto dal giudice Marco Contu. Corsiglia, uno dei quattro ragazzi liguri imputati per presunto stupro di gruppo, si è sempre presentato in aula a Tempio Pausania, affrontando senza sottrarsi l’interrogatorio del pubblico ministero Gregorio Capasso.
Cinque ore di domande, lo scorso giugno, durante le quali il giovane ha negato con fermezza di aver usato violenza nel rapporto sessuale che ha ammesso di aver avuto con la studentessa italo-norvegese. Fu lei, qualche giorno dopo, a denunciare ai carabinieri di Milano di essere stata stuprata a turno nella villetta della famiglia Grillo a Porto Cervo, la notte tra il 16 e il 17 luglio 2019.
«Per noi la ragazza non è credibile – afferma Velle – a differenza di Francesco che quando gli si comunica che deve consegnare il cellulare ai carabinieri di Milano nel 2019 cade letteralmente dal pero, non ha idea del perché lo stiano convocando».
L’avvocato ha ribadito l’assenza di violenza e la versione di Corsiglia, che ha sempre detto di essersi addormentato subito dopo e di non aver partecipato al presunto rapporto di gruppo, circostanza confermata dagli altri imputati: Ciro Grillo, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria. Nel primo pomeriggio prenderà la parola anche l’altra legale, Antonella Cuccureddu.