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Ancora una volta, la piazza è teatro di battaglia, da parte degli Oss, per ottenere la stabilizzazione lavorativa. Striscioni sventolanti, fischietti squillanti e appassionati interventi si sono susseguiti davanti al palazzo di consiglio regionale, a Cagliari, con l'obiettivo di richiedere garanzie concrete.
Il corteo ha preso il via stamattina proprio di fronte all'assessorato alla Sanità, per poi attraversare il caos del traffico di via Roma mentre echeggiavano i cori decisi a favore della "stabilizzazione, stabilizzazione".
Ottantuno lavoratori, operatori socio sanitari, spiega all'ANSA Luciano Ghiani, Usb pubblico impiego, "oggi stanno ancora manifestando dopo due anni perché dopo tante promesse e tanti impegni assunti formalmente dagli organi istituzionali ancora non si trova la soluzione prospettata che possa stabilizzarli tutti quanti". Diverse - spiega il sindacalista - le aziende interessate: Brotzu, Policlinico, Asl 8, Medio Campidano e Asl di Oristano.
"In certe aziende sanitarie - dice Ghiani - ci sono graduatorie ancora valide che attendono lo scorrimento e stiamo parlando di 50-60 lavoratori. In più ci sono una ventina di lavoratori che invece non si ritrovano in nessuna graduatoria e attendono che ne venga elaborata una per poter crear l'aspettativa di stabilizzazione. Sono lavoratori che hanno requisiti maturati durante il periodo Covid, quindi tutti con il titolo per poter essere stabilizzati".
La protesta continua: "A oggi non c'è una chiara volontà politica di risolvere concretamente la situazione - insiste Ghiani - e di prospettare una soluzione definitiva, nonostante sia stato riconosciuto il ruolo la funzione che hanno svolto durante il periodo pandemico. Per altre aziende come Asl 8 di Cagliari sono state trovate le soluzioni: hanno rielaborato il fabbisogno e hanno trovato quegli spazi necessari. Ancora una ventina di lavoratori attendono invece una nuova graduatoria che possa portarli dentro entro il 31/12/2025".
In conclusione, "una battaglia per il diritto e una battaglia per il lavoro". "Non è possibile che la sanità - conclude Ghiani - sia ancora sostenuta e garantita attraverso lavoro precario e interinale, quindi nonostante i quadri istituzionali abbiano più volte rimarcato la volontà di superare il lavoro precario di fatto a oggi manca l'ultima l'ultima parte per completare la stabilizzazione lavoratori tra l'altro. Ma ora ci sono i cantieri occupazionali che di fatto utilizzano per otto mesi dei lavoratori e che poi vengono sostituiti da altri lavoratori per altri otto mesi, l'intento di superare il precariato rimane solo sulla carta".





