Gli operatori del Mercato Ittico di Cagliari lanciano un appello: la lunga sospensione della pesca e le criticità strutturali stanno mettendo in ginocchio l’intera filiera. In una nota firmata dai concessionari si evidenzia che negli ultimi anni diverse aziende hanno rinunciato alle concessioni e perfino il bar interno ha chiuso per mancanza di sostenibilità economica. Tra i principali problemi segnalati compaiono canoni troppo alti, assenza di servizi essenziali come il ghiaccio, costi aggiuntivi per l’ingresso delle merci fuori orario, regole di accesso particolarmente rigide, ambienti degradati e concessioni che impongono spese di manutenzione senza adeguate garanzie.

A queste difficoltà si aggiunge, denunciano gli operatori, “la crescente presenza di commercio irregolare all'esterno del mercato” e l’ingresso improprio di aziende esterne che, pur entrando per consegnare ai concessionari, finiscono per scaricare merce destinata direttamente agli acquirenti, creando “concorrenza sleale a danno degli operatori regolari”.

I concessionari ribadiscono di non voler alimentare tensioni, ma chiedono al Comune di istituire “un tavolo di confronto” per rispondere alle urgenze del settore e rivedere insieme la gestione e l’organizzazione degli spazi. Il mercato ittico, ricordano, “resta un presidio strategico per il prodotto locale e per la sicurezza alimentare della Sardegna”. Da qui la disponibilità a collaborare, convinti che solo un dialogo costruttivo possa trasformare la crisi in un’occasione di rilancio.