È un dolore che strazia, quello che ha accompagnato la morte del giovane Mariano Olla: il 16enne di Cagliari è stato trovato privo di vita sabato 14 giugno, intorno alle 7, riverso in acqua a pochi metri dalla riva nella spiaggetta del parcheggio Cuore, tra il porticciolo di Su Siccu e la passeggiata sul mare di Sant’Elia. 

La notte prima, Mariano avrebbe partecipato a una festa in spiaggia con altri ragazzi, sia minorenni che maggiorenni, e pare che qualcuno lo abbia visto dirigersi verso l'acqua. Non sarebbe più tornato indietro. Una ricostruzione che lascia tanti interrogativi: perché nessuno si è accorto di ciò che stava accadendo? E perché nessuno, quella notte, ha cercato Mariano? A trovare il corpo del ragazzo, alle prime luci dell’alba, infatti, sono stati alcuni pescatori. Una morte avvolta nel mistero, che alimenta dubbi e rimorsi. Gli esami autoptici dal medico legale Roberto Demontis hanno accertato il decesso per annegamento, senza rilevare nessun segno di violenza sul corpo.

Lettera a un amico

Una ferita che non si rimargina: il dolore per la scomparsa si riversa sui social, dove cordoglio e testimonianze accompagnano il ricordo del giovane. Fra le tante quella di un amico, che non era insieme a lui alle festa, quella fatidica notte, ma che negli anni lo ha affiancato nei momenti belli e in quelli bui. Così Riccardo, rivolgendosi direttamente a Mariano, celebra la memoria del compagno con una lettera carica di rimorso e sentimento: “Ciao Mari, oggi è il terzo giorno che non ci sei più. Scrivo questa nota per rendere omaggio alla nostra amicizia, nata un po’ così, per caso. Mi ricordo il primo giorno che ti ho incontrato, a casa di mia nonna con Riki. All'inizio mi sei sembrato un po' strano, con quei guanti, la maglietta nera, ovviamente i pantaloni della tuta Nike e quelle orrende TN che tu amavi tanto, motivo per cui abbiamo anche discusso”, ricorda affettuosamente.

“Ma – prosegue –, già col passare della serata, avevo capito che eri un ragazzo fragile. Piano piano abbiamo iniziato a uscire tutti i giorni e ho avuto la fortuna di conoscerti davvero: di ridere con te, litigare, picchiarci, e condividere le tante stronzate dette e fatte insieme. Abbiamo passato momenti belli e brutti, ma siamo sempre stati l'uno accanto all'altro. Ti ho sempre visto come un fratellino. Eri più piccolo (anche se fisicamente più forte di me), ma sentivo che avevi bisogno di qualcuno che ti volesse bene, che ti stesse vicino. Con il tempo il nostro legame è cresciuto sempre di più. Ogni momento trascorso con te è impresso nel mio cuore e nella mia testa”.

La mancanza logora, ma i ricordi strappano un sorriso affettuoso e malinconico: “Poi – continua – ci siamo un po' allontanati, io uscivo con i miei amici e tu con i tuoi, anche se alla fine ci conoscevamo tutti e non abbiamo mai smesso davvero di vederci. La vita ti ha regalato poche cose belle, oltre alla tua bellezza. Eri, e sarai per sempre, bellissimo, con quel viso cresciuto, le labbra e lo sguardo dolce, le guance morbide (che amavo toccare) e quella pelle perfetta. Ma la tua vera bellezza era quella interiore: eri fragile, sensibile, dolce... ma anche testardo. Hai vissuto cose che nessuno dovrebbe mai vivere”.

Conclude: “Hai perso la vita a soli 16 anni, in un modo che non riesco nemmeno a scrivere. Non sai quanto vorrei ricevere ora un tuo messaggio, anche solo per una cavolata. Vederti alla fermata del pullman, venirti a prendere. Vorrei anche solo poterti chiedere un bacino sulla guancia, come facevi ogni volta che ti riaccompagnavo a casa. Ci sarebbero milioni di altre cose da dire, ma preferisco tenerle per me. O meglio, per noi. Mi manchi tantissimo, Mari. Ti porterò sempre con me. O meglio, ti porteremo sempre con noi. I tuoi amici”.