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Un episodio raccapricciante ha scosso il quartiere San Michele, a Cagliari, dove una giovane è stata aggredita con violenza inaudita all’interno di un locale. Le immagini dell’assalto – riprese con un cellulare e rapidamente circolate su WhatsApp e social – mostrano una scena agghiacciante: una donna trascina per i capelli la vittima, la colpisce con schiaffi, pugni e calci al volto, fino a ridurla con il viso insanguinato. A un certo punto, viene persino utilizzata una macchinetta per tagliare i capelli.
Secondo una prima ricostruzione, il movente dell’aggressione sarebbe riconducibile a motivi sentimentali. La donna colpita, infatti, viene accusata di aver avuto una relazione con il partner di chi l'ha aggredita. L’attacco, avvenuto davanti ad altri avventori, è stato incalzato verbalmente da chi assisteva senza intervenire. In sottofondo si sentono voci che tentano di giustificare il pestaggio: “Si sta sfogando”, dice qualcuno, rivolgendosi forse a chi voleva fermare la violenza. Una delle frasi più drammatiche, pronunciata dalla vittima, è: “Ho mia figlia in macchina”.
Mentre le forze dell’ordine stanno accertando un possibile collegamento tra questo fatto e l’incendio di un’auto avvenuto a Elmas, sui social si moltiplicano i commenti. Se da un lato molti condannano l’episodio, non mancano utenti che giustificano o addirittura inneggiano alla violenza, normalizzandola e la brutalità non solo si consuma, ma viene legittimata in un’epoca in cui l'aggressione a una donna sembra diventare spettacolo o, addirittura, quotidianità.
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