Mailyn Castro Monsaldo si sentiva in trappola. Da mesi, secondo il racconto della suocera, temeva per la propria vita e per quella della figlia appena nata. È in questo contesto che avrebbe chiesto aiuto a Lorena Venier, madre del compagno Alessandro Venier, affinché lo uccidesse. La violenza, ha spiegato Lorena al gip di Udine, era diventata insostenibile.

Dall’angoscia al delitto, il passo è stato breve e agghiacciante. Alessandro, tornato a casa venerdì 25 luglio, sarebbe stato prima narcotizzato con un farmaco mescolato nella limonata. Non avendo perso i sensi, Lorena gli avrebbe poi somministrato un’iniezione di insulina. Una volta addormentato, le due donne avrebbero tentato di soffocarlo, ma senza successo. È stata Mailyn, racconta Lorena, a finirlo con i lacci delle scarpe. Il corpo è stato poi smembrato con un attrezzo da legna e nascosto in un bidone colmo di calce, nell’autorimessa della casa di Gemona.

Secondo le indagini, il movente era anche la paura che Alessandro portasse la bambina in Colombia, dove intendeva trasferirsi il giorno seguente. Su di lui pendeva una sentenza definitiva per lesioni e una denuncia per coltivazione di droga. Era noto per atteggiamenti violenti e per contenuti online scioccanti.

Il gip ha convalidato l’arresto di Lorena e disposto per Mailyn una misura attenuata in un Icam, essendo madre di una neonata. La bambina potrebbe essere affidata ai nonni materni in Colombia.