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L’Indagine Iea Timss 2023 Longitudinal Study, presentata oggi, fotografa un’Italia della scuola primaria che cresce più della media mondiale in matematica e scienze, ma che al tempo stesso vede ampliarsi i divari territoriali e conferma un primato negativo nel gap di genere.
Secondo il report, gli studenti italiani di quarta e quinta elementare non mostrano maggiori difficoltà rispetto ai coetanei europei e internazionali; anzi, il nostro Paese è tra i tre che registrano la crescita media più elevata. Tra quarta e quinta classe migliorano tutti i Paesi coinvolti, ma spiccano Slovenia (+42 punti), Repubblica di Corea (+40) e Italia (+38).
Nei Paesi con i progressi più rilevanti, Italia compresa, l’avanzamento stimato equivale a oltre mezzo livello in un solo anno scolastico, un risultato definito significativo dagli esperti.
Ma dietro ai dati positivi si nascondono forti squilibri interni. In tutte e cinque le macroaree geografiche aumentano gli studenti che raggiungono un livello più alto, tuttavia le differenze si intensificano salendo nei livelli di rendimento: il 90% degli studenti del Sud e Isole raggiunge almeno il livello base, contro il 98% del Centro e del Nord Ovest, il 97% del Nord Est e il 96% del Sud continentale; solo il 10% degli studenti del Sud e Isole e il 13% del Sud raggiunge il livello Avanzato, mentre nel Nord Ovest, Nord Est e Centro vi arriva il 20% degli alunni.
Sul fronte del divario di genere, l’Italia detiene quello che i ricercatori definiscono un “triste primato”: nel confronto tra bambine e bambini di quarta e quinta classe, i maschi ottengono punteggi più alti in quasi tutti i Paesi, ma la differenza italiana è la più ampia e non diminuisce nel tempo.
Nel nostro Paese il divario è di 21 punti, statisticamente significativo in tutte le aree: si va dai 17 punti del Nord Ovest ai 32 punti nel Centro nel 2023, che diventano 33 punti nel 2024.
"L’Italia ha un triste primato: è il paese con la differenza a vantaggio dei maschi più elevata e che non diminuisce nel tempo. Questa differenza di punteggio è più marcata al Centro: sono oltre i 30 punti di differenza in 5 primaria tra bambine e bambini", hanno spiegato Laura Palmerio ed Elisa Caponera di Invalsi.
L’indagine conferma dunque un quadro complesso: un sistema primario capace di crescere velocemente, ma che fatica ancora a garantire equità territoriale e parità di genere.






