PHOTO
Alla fine del 2023, in Italia sono stati accumulati circa 32.663,1 metri cubi di rifiuti radioattivi, registrando un aumento del 5% rispetto all'anno precedente, principalmente costituiti da attività a basso e molto basso livello. Questi dati sono stati resi noti dall'Isin durante l'audizione del Ministro dell'Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, presso le Commissioni congiunte Attività Produttive e Ambiente della Camera riguardo al deposito nazionale dei rifiuti nucleari.
Il Lazio si conferma come la regione con la maggiore quantità di rifiuti radioattivi, raggiungendo i 10.549 metri cubi, pari al 32,30% del totale. Seguono poi Lombardia (19,70%), Piemonte (18,28%), Basilicata (13,10%), Campania (7,95%), Emilia-Romagna (3,82%), Toscana (3,19%) e Puglia (1,67%).
Per quanto riguarda il totale della radioattività presente in Italia, considerando anche rifiuti radioattivi, sorgenti dismesse e combustibile irraggiato, il Piemonte si piazza al primo posto con il 79,30% del totale. Infine, il quantitativo complessivo di combustibile nucleare esaurito nel Paese al 31 dicembre 2023 è stimato intorno a 15,8 tonnellate di metallo pesante (tHM).