Per metà degli italiani l’Intelligenza Artificiale comporta più rischi che benefici, mentre solo un terzo la considera un’opportunità, secondo la ricerca Democrazia aumentata. Ai, intelligenza relazionale e nuove architetture del consenso, presentata al Festival nazionale dell’Economia civile in un panel con Nando Pagnoncelli, presidente Ipsos, e Stefano Quintarelli, presidente dell’associazione Copernicani.

«Tra i campi in cui se ne riconosce maggiormente il valore – ha spiegato Pagnoncelli – la medicina e l’assistenza sanitaria sono in testa, seguite dalla digitalizzazione della pubblica amministrazione, dove i cittadini sperano in meno burocrazia e più efficienza. Resta però un forte elemento di diffidenza: le persone continuano a preferire l'intervento umano nei compiti più delicati, dalla guida di un'auto alle operazioni chirurgiche, fino al pilotaggio di un aereo o alle decisioni politiche che riguardano il Paese».

Quintarelli ha aggiunto: «La vera domanda è se possiamo usare la tecnologia per migliorare la qualità del confronto pubblico e costruire consenso. Abbiamo sperimentato come l'intelligenza artificiale possa sostenere l'intelligenza relazionale, applicandola a temi fortemente divisivi, dalla transizione ecologica alle migrazioni, fino alle disuguaglianze legate al merito, alle pari opportunità e alla progressività fiscale, per capire se e come possa contribuire a rendere il dialogo più aperto e costruttivo».