PHOTO
Un gruppo di attivisti italiani fermati da Israele a bordo della Global Sumud Flotilla è rientrato ieri sera in Italia. Diciotto connazionali, tra cui la cronista sassarese di Piazzapulita Emanuela Pala, sono atterrati intorno alle 23:30 a Fiumicino con un volo Turkish Airlines. Prima del rimpatrio avevano lasciato l’aeroporto di Eilat su un charter diretto a Istanbul, dove sono stati assistiti dal Consolato generale d’Italia in Turchia per il successivo trasferimento verso Roma e Milano.
Restano in Israele altri 15 italiani che hanno rifiutato di firmare il foglio di rilascio volontario e saranno quindi espulsi la prossima settimana con procedura giudiziaria. «Rimarranno ancora 2-3 giorni in Israele perché non hanno voluto firmare la liberatoria» ha spiegato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, chiarendo che la legge locale prevede 72 ore di detenzione per chi non accetta l’espulsione rapida.
Secondo la portavoce del Global Movement to Gaza, Maria Elena Delia, «chi resta lo fa perché con i nostri passaporti privilegiati si può tutelare gli altri». Ha anche annunciato che il movimento si è reso disponibile a coprire i costi dei viaggi, mentre nel caso dei rimpatriati le spese sono state sostenute da Turkish Airlines.
Intanto il team legale della Flotilla in Italia ha presentato un esposto in Procura a Roma, denunciando il fermo degli equipaggi e l’attacco con droni subìto nelle acque internazionali. «È stato un sequestro – ha sottolineato Delia – perché l’arresto presuppone un’ipotesi di reato, ma in questo caso non erano stati commessi reati».
A Roma, durante una conferenza stampa, i parlamentari rientrati hanno ripercorso le ore più difficili della missione. «Siamo stati ostaggio dall’esercito israeliano, abbiamo subito perquisizioni, interrogatori e non abbiamo avuto accesso ai nostri legali» ha ricordato l’eurodeputata Benedetta Scuderi. Il senatore M5S Marco Croatti ha aggiunto: «Dobbiamo essere un fronte unito per riportare a casa tutte le persone detenute illegalmente».
Tra le voci più dure quella del deputato dem Arturo Scotto: «Nessun presidente del Consiglio può sindacare su quello che fa un parlamentare della Repubblica». Ha anche definito «la menzogna più grande» l’idea che la Flotilla avrebbe potuto ostacolare il processo di pace.
Intanto altre imbarcazioni della “Flotilla bis”, partite da Otranto e Catania, proseguono la rotta verso Gaza.