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Day at the beach with my two moms
È "costituzionalmente illegittimo" l'articolo 27-bis del decreto legislativo numero 151 del 2001 nella parte in cui non riconosce il congedo di paternità obbligatorio a una lavoratrice, genitore intenzionale in una coppia di donne risultanti genitori nei registri dello stato civile.
La sentenza numero 115 della Corte costituzionale, depositata oggi, lunedì 21 luglio, ha risolto la questione sollevata dalla Corte d'appello di Brescia riguardo alla discriminazione ritenuta in una specifica disposizione. Questa normativa concedeva esclusivamente al padre il congedo di paternità obbligatorio, consistente in 10 giorni di astensione dal lavoro retribuiti al 100%, escludendo la "seconda madre" in casi in cui entrambi i genitori sono donne riconosciute come madri dallo Stato italiano.
La sentenza della Corte ha dichiarato ingiustificata la disparità di trattamento tra coppie eterosessuali e omogenitoriali femminili riconosciute legalmente come genitori di un minore concepito tramite tecniche di procreazione assistita all'estero, in conformità con la legge del luogo. La Corte ha sottolineato che le coppie omogenitoriali, condividendo un progetto genitoriale, hanno assunto gli stessi doveri funzionali nei confronti del minore come le coppie eterosessuali, ottenendo la titolarità giuridica necessaria per l'esercizio della responsabilità genitoriale. Inoltre, è stato evidenziato che le coppie omogenitoriali femminili possono essere equiparate alla figura paterna all'interno delle coppie eterosessuali, distinguendo tra la madre biologica e quella intenzionale che partecipa attivamente all'educazione del bambino. La Corte ha chiarito che l'orientamento sessuale non influisce sulla capacità di assumersi la responsabilità genitoriale, poiché l'interesse primario è il benessere del minore, il quale ha il diritto di essere riconosciuto come figlio sia dalla madre biologica che da quella intenzionale che si sono prese cura di lui. Il diritto del bambino a mantenere rapporti con entrambi i genitori è sancito sia dalla legislazione nazionale che da trattati internazionali e dall'Unione europea. In merito al congedo di paternità, la Corte ha evidenziato l'importanza di dedicare il tempo necessario alla cura del minore, bilanciando il lavoro in modo da favorire una migliore organizzazione familiare e sostenere l'esercizio dei doveri genitoriali, indipendentemente dall'orientamento sessuale delle coppie coinvolte. Infine, la Corte ha ribadito che le coppie omogenitoriali femminili possono essere considerate equivalenti alla figura paterna all'interno delle coppie eterosessuali.