Le donne vittime del gruppo Facebook ‘Mia moglie’, quelle che siamo riusciti a contattare al momento, non vogliono denunciare, né prendere parte all'azione collettiva, perché non vogliono perdere la famiglia, rimanere da sole, perdere un padre per i loro figli, così dicono, e io resto sconcertata perché il silenzio è complice della violenza, che in questo modo vince”. A denunciarlo è l’avvocata Annamaria Bernardini de Pace, impegnata da giorni in azioni civili e penali contro siti sessisti.

Mentre una class action contro il sito Phica.eu partirà con certezza dopo la raccolta delle segnalazioni, che sarebbero già “qualche centinaio”, al momento non sembra possibile intraprendere un’azione analoga sul gruppo “Mia moglie” per chiedere “i risarcimenti a Meta. La legale ha raccontato di aver parlato con tre donne: “Una ci ha detto che non vuole perdere la famiglia, non vuole che il figlio si vergogni del padre. Un’altra non vuole restare sola, un’altra ancora ci ha detto che ha paura che lui diventi ancora più violento in casa e la picchi”.

Sono sconcertata – ha chiarito – perché le donne non hanno capito che in questa condizione deve vincere la sorellanza e invece vince la violenza su queste donne e vincono quei 32mila uomini che le hanno mercificate”.

Per Phica.eu, la class action civile dovrebbe essere presentata a Roma: “Prima si chiede al Tribunale che venga dichiarata ammissibile, poi i giudici ne pubblicano la richiesta e il decreto, e altre donne coinvolte potranno entrare nell’azione”.

Intanto la legale, insieme a un pool di 12 avvocati, tra cui il penalista David Leggi, continua a raccogliere segnalazioni tramite la mail azionecollettiva@abdp.it .