San Sperate

“Addio Tziu Giuliu, adesso fai una bella pedalata nell’infinito”. Il post-ricordo del sindaco Enrico Collu

Ieri la notizia pubblicata dal nostro giornale sulla scomparsa del nonnino centenario del paese speratino, oggi la bellissima foto di “Orsa San Sperate – Vigilanza Ambientale”

“Addio Tziu Giuliu, adesso fai una bella pedalata nell’infinito”. Il post-ricordo del sindaco Enrico Collu

Di: Alessandro Congia


I cittadini della bellissima comunità-museo di San Sperate non lo dimenticheranno mai, come loro, migliaia di persone che conoscevano l’arzillo nonnino sempre con la sua bici. In queste ore, sui gruppi Facebook si moltiplicano i post per non dimenticare Tziu Giuliu.

“Ti vogliamo ricordare con affetto per come sei stato con noi in tante pedalate. Tziu Giuliu vogliamo pensare che adesso fai una bella pedalata nell'infinito.. e salutaci Fede”.

I volontari di Orsa San Sperate, Vigilanza Ambientale, ricordano con orgoglio e con il cuore il nonnino speratino Giulio Podda: "Tziu Giuliu" ha lasciato questa terra lasciando lo sconforto in paese, avrebbe compiuto 106 anni tra due mesi circa.

“Ci piace ricordarlo così, che ci lascia pedalando sulla sua bici.
Grazie di tutto Giulio, fai un buon viaggio”, si legge nella pagina ufficiale del Comune di San Sperate.

Giulio Podda, era nato il 27 settembre del 1913 e nella sua vita ha fatto di tutto, il commerciante, il ciabattino, agricoltore: il segreto della sua bella longevità era quello di stare all’aria aperta, pedalare e sorridere alla vita. Ciao tziu Giuliu.

Il ricordo del sindaco Enrico Collu

Giulio nacque a San Sperate il 27 settembre 1913 e qui ha sempre vissuto. 
Come tutti quelli di quell'epoca iniziò a darsi da fare presto. Raccontava che a sette anni lavorava già come pastore e successivamente venne costretto dal padre al mestiere di calzolaio. A Giulio non piaceva quell'attività infatti non durò tanto tempo, appena fu possibile ritornò a lavorare in campagna presso alcuni grossi proprietari terrieri del paese.
Nelle interviste amava raccontare di episodi relativi ai vari lavori intrapresi "sono come un napoletano, faccio di tutto" diceva. Narrava, arricchendola di aneddoti, del lavoro nelle saline di Macchiareddu, degli anni del servizio militare dove imparò a realizzare i mattoni in fango per i tedeschi. Per mantenere la famiglia affermava di aver fatto veramente di tutto.

Ero convinto che saresti arrivato almeno a centodieci Giulio, ne ero veramente sicuro. 
Del resto eri o no l'uomo dei record?

Strana la vita.
Fino a poco più di novant'anni Giulio era un stimato nonnino, benvoluto e attivo ma non era di certo una "star". 
E cosa vuoi augurare a un uomo di quell'età se non di godersi i nipoti e concludere serenamente la propria esistenza?
Invece incredibilmente, dopo la scomparsa della moglie nel 2006, la vita ha per Giulio una svolta impensabile. 
Decise di darsi al teatro grazie al sostegno e alla intuizione geniale dei ragazzi di Antas teatro, che prima di tutti colsero le potenzialità di questo arzillo nonnetto, salì sul palco del Festival Cuncambias diventandone un'icona.
La rassegna dedicata alla cultura popolare ora poteva vantare l’attore più anziano del mondo che con le sue poesie amava raccontare di sé stesso e della sua gente.

La popolarità aumenta, si inizia a comprendere che Giulio ha qualcosa di speciale.
Del resto un uomo che, ogni giorno, percorreva diversi chilometri con la sua inseparabile graziella a cent'anni suonati non lo si trova ovunque nel pianeta terra.
"Con la mia bici vado a Villasor, Decimomannu, Monastir, in bici mi sento tranquillo perché è una vita che ci vado e non intendo rinunciarci” dichiarava alla stampa.

Uno così inizia ad attirare l'attenzione un po’ ovunque e quando l'associazione internazionale delle città della terra cruda lancia lo slogan "la terra dei centenari" Giulio non può non essere che uno dei testimonial d'eccellenza.
L'associazione con questo tema intendeva promuovere le case in terra e le produzioni agroalimentari del nostro territorio, legando la loro qualità alla longevità dei nostri compaesani. Parte così nel 2015 la sua avventura tra i padiglioni dell’Expo di Milano dove gli fu anche attribuito il titolo di “visitatore più longevo” dell’esposizione universale (anche se poi il titolo gli fu strappato da qualcuno a cui non sfuggì il clamore che la visita di Giulio aveva causato nei media, tutta l'Italia ne parlò).
In quell'occasione iniziò la sua trasformazione in una vera e propria star. 
L’esperienza maturata con Cuncambias gli aveva conferito una tranquillità nell'affrontare telecamere e cronisti disarmante, era come se stesse recitando una parte che conosceva a menadito. Sorprendente con quanta disinvoltura accondiscendesse senza battere ciglio o dimostrare stupore o emozione quando gli veniva richiesto un'autografo. Un vero VIP.
Ricorderò sempre una sua battuta. Stava osservando il flusso continuo di gente che percorreva i viali dell’Expo, un fiume di persone che gli passava davanti mentre lui rimaneva li, curioso e in silenzio. A un certo punto si volta verso di me e dice con aria soddisfatta “attru che Sant’Arega innoi eh?”. Ripeterà la frase anche alla figlia al ritorno in sardegna.
Durante e dopo quell'avventura, che mi ricorderò per sempre, l'Italia intera iniziava a conoscerlo. La sua storia non sfuggi a Magalli che inviò una troupe per intervistarlo, successivamente lo invitò a Roma per partecipare alla trasmissione televisiva da lui condotta “I fatti Vostri”. Fu un’altra avventura incredibile con una serie di perle sparate dal simpatico centenario.
Simpatico certo, ma anche molto esigente e tutt'altro che semplice da gestire. Per fortuna la nostra compagnia era gradita e con l’amico Enrico Pusceddu ce la siamo cavata così senza troppi problemi. Si andava d'accordo, bastava rispettare i tempi.
L’onda di interviste e di richieste a partecipazione a studi scientifici, programmi, trasmissioni e servizi vari sembrava inarrestabile. Ricercatori universitari sardi ma anche americani si proponevano per effettuare studi sul suo DNA. Arrivò la proposta di partecipazione a un cortometraggio condotto dal bravo Jacopo Cullin. Persino una troupe Giapponese, inviata da un importante programma televisivo nipponico, venne a fare visita al centenario.
L'immagine di Giulio ormai sbarcava in tutto il mondo.

Nel 2016 arriva per Giulio il prestigioso riconoscimento della “Pesca d’oro” assegnato dal Comitato del turismo Sostenibile in collaborazione con l'amministrazione Comunale e che in passato, prima di Giulio, era stato conferito nel 2010 a Pinuccio e Pablo Volta, nel 2011 ad Antonio Mallus, nel 2012 al Vescovo di Nuoro Mosè Marcia, nel 2013 ad Amalia Schirru, nel 2014, Mario Fulghesu e Ida Pillittu ed infine nel 2015 a Carmelo Addaris.
“Sto bene e sarebbe bello che tutti arrivassero alla mia età in forma come sono io. La vita mi ha dato 8 figli, 15 nipoti, 6 pronipoti. Vivo a casa con uno dei miei figli, non mi manca la passeggiata quotidiana in bici. Il segreto per star bene e vivere a lungo? Non lo conosco neanche io” raccontava in un intervista in occasione di uno dei suoi compleanni.
Aveva superato la sofferenza per la perdita della moglie e una malattia che lo aveva provato. Raccontava spesso come aveva conosciuto e conquistato la moglie, racconti di altri tempi. La “Graziella”, la sua compagna da ormai 40 anni, credo debba diventare un “monumento” e trovare la sua collocazione tra le opere d’arte di questo paese. 
Ricordo ancora il compleanno dei suoi cento anni.
Ricordo la magnifica torta che tutte le associazioni fecero insieme, ognuno ne realizzo una parte e la torta fu composta in piazza San Giovanni. Fu la prima occasione di incontro e collaborazione di tutte le associazioni del nostro paese dopo tanto tempo. 
Ricordo che in quel periodo c’erano un po’ più di problemi, distanze e divisioni e quel compleanno fu l’occasione per far riavvicinare un po’ tutti. Magari sbaglio, ma lo ricordo così e così mi piace ricordarlo.

Una delle ultime e simpatiche risposte date da Giulio alla domanda di una intervistatrice “Quale è il suo segreto, come si fa ad arrivare alla sua età così in gamba?” la risposta non si fece aspettare “Tocca aspettare” .
Giulio ci ha lasciato in una calda sera di giugno del 2019, quest’anno avrebbe compiuto centosei anni.
Che la terra ti sia lieve amico di San Sperate.
 

(le bellissime immagini tratte da Fb, pagine Orsa San Sperate, Comune di San Sperate e Pierino Vargiu fotografo)

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