Sorgono

I 13 sindaci del distretto sanitario di Sorgono scrivono al presidente Solinas

I sindaci: “A nulla sono valsi i documenti di proposta inviati a tutte le autorità istituzionali sanitarie a livello regionali”

I 13 sindaci del distretto sanitario di Sorgono scrivono al presidente Solinas

Di: Redazione Sardegna Live


I tredici sindaci del distretto sanitario di Sorgono della Assl di Nuoro hanno scritto una lettera al presidente della Regione Christian Solinas. Gli amministratori gridano la loro disperazione sulle gravi condizioni in cui versa la sanità del territorio. 

Di seguito la lettera integrale: 

“On.le Presidente,

I tredici Sindaci del distretto sanitario di Sorgono della Assl di Nuoro, cuore della Sardegna, isola nell’isola, 653chilometri quadrati, per una popolazione di 19.000 abitanti, che abbraccia le regioni storiche del Mandrolisai, le Barbagie di Belvì e di Ollolai, la Curatoria di Austis e il Gennargentu, in data 30 aprile si sono riuniti nel rispetto delle prescrizioni vigenti, attraverso le piattaforme informatiche, per decidere quali azioni intraprendere per denunciare la grave situazione di emergenza che attraversa la sanità di questo territorio. Fino ad oggi, infatti, a nulla sono valsi i documenti di proposta inviati a tutte le autorità istituzionali sanitarie a livello regionali, per porre rimedio allo stato di pericoloso declino dei servizi di questo distretto.


Il sistretto Socio-sanitario, dispone di un ospedale: il San Camillo di tre poliambulatori, Sorgono, Aritzo, Desulo, di un Plus, cinque punti di guardia medica. Tutti servizi la cui qualità e quantità, in questi ultimi anni, si è notevolmente abbassata, non garantendo standard minimi di sicurezza.

In data 21 aprile, dopo ripetuti solleciti, è stata convocata dal direttore dell’Assl di Nuoro, la conferenza dei sindaci di distretto. Abbiamo ascoltato le solite affermazioni stantie, con le solite rassicurazioni “del tutto va bene”, dai Servizi ospedalieri a quelli territoriali, mentre, purtroppo, non sono garantiti nel territorio i livelli essenziali di assistenza. L’assenza di una visione organica e omogenea della sanità ospedaliera, dei servizi specialistici di base, hanno compresso l’offerta socio-sanitaria, sul piano quantitativo che qualitativo. In carenza di programmazione, ci siamo affidati allo stoicismo del personale sanitario, per assicurare le prestazioni essenziali ai cittadini di questo presidio. Ci teniamo a sottolineare che i dipendenti hanno lavorato senza adeguati dispositivi di sicurezza, nonostante l’emergenza sanitaria, dovuta al Covid-19.


La conferenza dei sindaci, alla luce di queste carenze, negli ambienti di lavoro e nei luoghi maggiormente esposti al pericolo di contagio, ha proposto ai Responsabili provinciali e regionali, incaricati del coordinamento dell’emergenza sanitaria, di farsi carico dell’acquisto delle attrezzature necessarie e dei dispositivi individuali da consegnare agli operatori del Distretto, al fine di garantire, i livelli di sicurezza in ambito lavorativo e fra la popolazione.

Nonostante questo straordinario impegno di solidarietà costituita da 150.000 euro, messi a disposizione dai Sindaci, per l’acquisto di attrezzature e dispositivi individuali, da destinare a tutti gli operatori della sanità territoriale, ha dovuto registrare un categorico rifiuto della direzione della Assl ad accettare una simile donazione, con la motivazione che il personale del San Camillo, così come quello del territorio, opera in totale sicurezza.

È singolare che di fronte ad un gesto di inusuale solidarietà, come quello dei sindaci, ci sia stato, da parte della direzione, un atteggiamento di autosufficienza, nonostante l’emergenza sanitaria e il rischio di propagazione del virus. Abbiamo sempre operato affinché la conferenza dei sindaci potesse incidere in materia di programmazione sanitaria, e lo abbiamo fatto con più convinzione in una situazione di contrasto e prevenzione epidemiologica, considerato il nostro ruolo di autorità sanitaria locale e i doveri che ne conseguono nei confronti dei cittadini.

Senza una presa in carico dei problemi che attraversa l’ospedale e i servizi del territorio da parte della Regione Sardegna e senza una collaborazione operativa e concreta tra gli Enti coinvolti, il destino del presidio ospedaliero e dei servizi alla persona è di fatto segnato, così come è segnato il progressivo indebolimento del diritto alla salute del nostro territorio.


La conferenza dei sindaci, del distretto sanitario di Sorgono, nell’aver voluto rappresentare, una condizione di forte malessere sanitario e sociale, attende risposte concrete per le sue popolazioni, in materia di servizi sanitari. Fare proposte serie ed attivarsi per contribuire alla salvaguardia degli operatori e dei cittadini non è solo un atto d’amore per tutta la popolazione ma è anche un preciso dovere istituzionale. La superficialità con la quale è stata affrontata la nostra proposta è invece un preoccupante sintomo che ci fa allarmare ulteriormente. Ill.mo Presidente, ci rivolgiamo a Lei, quale massima autorità Istituzionale della Sardegna, affinché intervenga, per correggere e porre rimedio alla condizione che il distretto sanitario di Sorgono sta vivendo, in quanto emergenza nella emergenza”.

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