Luino

Eleonora Murgia, 27 anni, suona l’arpa ai tempi della quarantena: “La musica? Va oltre questo maledetto virus”

I suoi bellissimi video e le magiche melodie dell’arpa come inno alla vita

Eleonora Murgia, 27 anni, suona l’arpa ai tempi della quarantena: “La musica? Va oltre questo maledetto virus”

Di: Alessandro Congia


Di lei abbiamo già parlato su Sardegna live, qualche settimana fa, quando sui social ha recepito e messo in pratica una grande lezione di vita: quella di utilizzare l’arte, la musica e la cultura per non distogliere la nostra voglia di combattere.

Lo hanno fatto tanti artisti, lo ha fatto anche lei e il suo messaggio è arrivato al cuore di chiunque: tanti i video selfie dove la giovane cagliaritana trasmette emozioni di vita.

Eleonora Murgia, 27 anni, docente, attualmente si trova a Luino e a Sardegna Live racconta quest’oggi la sua esperienza, ma guarda a testa alta il futuro della ripresa: “Quando tutta questa situazione  è  iniziata era il 7 marzo – dice Eleonora - anche se la notizia della chiusura delle scuole italiane ( che mi riguarda in quanto docente) è  arrivata il 22 febbraio.
In un primo momento non avevo compreso, credo come tanti, la serietà e gravità della situazione,  forse anche a causa di una confusione generale e disinformazione  collettiva.
Ma quando il presidente del consiglio ha dichiarato zona rossa l'intera Lombardia, ho capito che la situazione era davvero seria.
Forse per la disciplina che da sempre mi impone lo studiare la musica, non ho avuto difficoltà a rispettare da subito le regole della quarantena. Le pene pecuniarie sono solo un accessorio in più. Ricordo ancora la prima spesa in quarantena – dice Eleonora - tanto nervosismo e la sensazione  quasi di essere la peggiore  fuorilegge... eppure andavo solo a fare la spesa,  l'avevo fatta anche una settimana  fa in piena tranquillità. Cosa è  cambiato dalla spesa della settimana precedente? Quando eravamo  una regione "normale"? È  cambiato  tutto. Le nostre libertà, le nostre priorità, ed inizi a pensare che troppo spesso si è  dato tutto per scontato e si è data troppa importanza a cose spesso futili.

Ho sempre dato per scontato anche  il fatto di poter prendere un aereo e tornare, quando volessi, a casa mia, in Sardegna.  Già, perché  nella mia mente casa rimane sempre la mia Sardegna. Quando il presidente  della regione Sardegna Solinas, ha dichiarato la chiusura totale per e da l'isola, ho provato dei sentimenti  contrastanti.

Il primo è  stato sollievo, felicità  per i miei conterranei, per il sistema Sanitario  sardo che purtroppo  non è efficiente come qui in Lombardia... ahimé. Ho visto troppi servizi di persone senza alcun senso civico, che senza il vincolo fisico del mare, sono "scappate" al sud dalle zone rosse. Ma dove scappano pensavo? Io non ho avuto l'istinto di "scappare" la notte del 7 marzo. Ho avuto un istinto di protezione verso casa mia.
Il secondo sentimento – ribadisce l’artista cagliaritana - è  stato di tristezza sicuramente, in 27 anni di cui 9 fuori Sardegna, non avrei  mai pensato di vivere l'esperienza di divieto di ingresso in casa mia.  Come se io fossi sbagliata, avessi una colpa. È  difficile  da accettare ma capisci che potresti essere un vettore del virus e allora il primo sentimento  provato prevale. Penso ai miei nonni quasi novantenni, così fragili, e allora passa tutto. Penso che sia un sacrificio  che dobbiamo fare tutti con enorme rispetto  e senso del dovere.
Questa quarantena ci impone tanto tempo per pensare a noi stessi e fare introspezione. Abbiamo  trascurato troppo a lungo questa pratica, presi da ritmi sempre troppo frenetici e a volte malsani. Io sono sempre stata abbastanza  solitaria e non particolarmente  incline a una vita sociale  troppo movimentata, pertanto non è  troppo pesante il dover star a casa. Il mio lavoro  di musicista mi ha sempre portato a guardarmi dentro e confrontarmi con me stessa, dopotutto  per eseguire un brano, quest'ultimo ti deve entrare nell'anima, devi farlo tuo prima di restituirlo al pubblico e come puoi fare tale lavoro  se non conosci te stesso?”

Larte, la musica: un inno alla vita

“Dedicare la mia vita all'arte della musica mi aiuta tantissimo – prosegue Eleonora Murgia - in questo momento di tempo forzato con me stessa,  ecco perché tutti abbiamo  bisogno  di ascoltare  musica, cantare, leggere, scrivere, magari disegnare e dipingere, è  un modo più semplice di entrare a contatto con noi stessi  e far venire fuori tutto il nostro essere e bagaglio emozionale.  Sicuramente  la musica è  un mezzo molto immediato e semplice per  liberarsi, per viaggiare stando fermi, per emozionarsi, ed è  per questo che è  presente nella storia umana da sempre e sempre lo sarà. Ecco perché la musica,  farla o riceverla, piace a tutti.  Con  il suonare "Non potho reposare" io sono riuscita  a viaggiare verso casa mia, ma stando qui in provincia di Varese, nessuno mi ha fermato  o chiesto autocertificazione. Ho viaggiato con la mia arpa e sono arrivata non solo in Sardegna  ma anche in tutta Italia. Incredibile vero? Eppure è  proprio  quello che ci permette l'arte. Di essere liberi, questa libertà – conclude al telefono con Sardegna Live Eleonora Murgia - nessuno potrà mai  togliercela, nemmeno  un maledetto  virus”.

Correlati

Il nuovo shop di Sardegna Live

SardegnaLive mette in vendita una serie di prodotti tipici dell’Isola, scopri i cesti regalo, i prodotti per il corpo ed i gadget nel nostro shop online.

Scopri lo shop