Cagliari

“Regalo panini e dolci ai bisognosi”, ma la droga era nascosta nelle lattine di bibite e birra del chiosco-bar. VIDEO

Aveva intenerito mezza città Antonio Melis, fratello di Francesco (il boss della droga finito a Uta), la paninoteca era in realtà una copertura per lo smercio di cocaina e marijuana

“Regalo panini e dolci ai bisognosi”, ma la droga era nascosta nelle lattine di  bibite e birra del chiosco-bar. VIDEO

Di: Alessandro Congia


Lo aveva detto sui social, anche in una recente video intervista a Natale, quando aleggiava la preoccupazione della Metropolitana leggera in città, che avrebbe di fatto “falciato” il loro storico chiosco-bar a Bonaria, per consentire il passaggio, per l’appunto della nuova Metrò di superficie: “Speriamo che Comune e Regione ci aiutino, ho una famiglia da mantenere, nonostante ciò regalerò panini, dolci e bibite ai meno fortunati”.

Un animo comunque buono quello di Antonio Melis, fratello di Francesco (quest’ultimo finito a Uta con la pesante accusa di spaccio di droga), peccato però che i Carabinieri, proprio all’interno della paninoteca, a Bonaria (Lo Sfizio n°1), abbiano scoperto la centrale dello smercio di cocaina e marijuana. Non solo bistecche, hot dog, contorni e birra e partite via satellite ai tavolini, ma anche l’abituale vendita della droga ai clienti abituali.

Un accurato marchingegno consentiva di occultare lo stupefacente dentro le lattine di birra e coca cola, tant’è che la perquisizione accurata dei cani Tess e Diamond dell’Unità Cinofila dei Carabinieri ha fatto saltare fuori tra i banconi e il furgone annessi al gazebo a Bonaria oltre 100 grammi di cocaina e 100 grammi di marijuana. Quantitativo esiguo, forse, ma la stima degli investigatori che tenevano d’occhio questo andi-rivieni di clienti parla di dosi e quantità elevate di settimana in settimana.

I dettagli 

Dalle prime ore di questa mattina è in corso un’importante operazione di servizio dei Carabinieri del Comando Compagnia di Carbonia, tesa a smantellare una compagine criminale dedita all’approvvigionamento e al traffico di sostanze stupefacenti tra Cagliari, Carbonia e Sant’Antioco.

L’attività di indagine, avviata a dicembre 2018, è terminata nei giorni scorsi con l’emissione da parte dell’Autorità Giudiziaria del Tribunale di Cagliari di tre provvedimenti cautelati (arresti domiciliari) e varie perquisizioni domiciliari, veicolari e locali. Nell’intervento di questa mattina, finalizzato all’esecuzione delle misure e condotto dai carabinieri della Compagnia di Carbonia, sono stati impiegati circa 30 militari che hanno effettuato perquisizioni locali e personali tra Cagliari e Carbonia: in particolare, passati al setaccio alcune abitazioni e locali nei quartieri di Sant’Elia e Is Mirrionis (Cagliari), Carbonia, San Giovanni Suergiu e Sant’Antioco.

In supporto alle operazioni sono intervenuti, inoltre, due unità cinofile antidroga, rispettivamente della Compagnia Carabinieri di Cagliari e della Guardia di finanza di Cagliari, ed un elicottero dell’11° Nec Carabinieri di Elmas.

L’articolata indagine, coordinata dal Sostituto Procuratore della Procura della Repubblica di Cagliari, Dottor Alessandro Pili, trae origine dai servizi di osservazione e vigilanza svolti quotidianamente a Sant’Antioco dalle pattuglie della locale stazione; ai militari, impegnati nella sorveglianza e controllo della cittadina, non sono sfuggiti particolari atteggiamenti assunti da pregiudicati e da giovani incensurati del luogo, in particolare di Sant’Antioco, Carbonia, San Giovanni Suergiu ed altri comuni contermini, che richiedevano di essere approfonditi. Particolare non trascurato era la frequentazione di luoghi solitamente frequentati giovani e meno giovani conosciuti per essere assuntori di stupefacenti. 

I Carabinieri della stazione di Sant’Antioco, in una prima fase, alla tradizionale attività investigativa sviluppata con numerose osservazioni e pedinamenti nella cittadina, hanno affiancato l’attività tecnica di indagine, mediante la quale è stato possibile raccogliere informazioni, sviluppare i sospetti, collezionando elementi di prova e dettagli importanti, tutto supportato e confermato, di volta in volta, dai servizi di avvistamento e controlli sul territorio. Poi, si è passati alla seconda fase, nella quale, accertato il traffico di stupefacenti che si sviluppava tra Cagliari, Sant’Antioco e comuni limitrofi, sono emersi i ruoli e le modalità con le quali avveniva l’approvvigionamento dello stupefacente, dal “grossista” fino al consumatore finale. 

L’attività di intercettazione è stata supportata dal prezioso e determinante servizio di controllo del territorio a riscontro degli illeciti posti in essere dal gruppo, mediante la predisposizione di mirati posti di controllo alla circolazione,  affiancata contemporaneamente da osservazioni, pedinamenti, documentazione fotografica e rilevamento delle coordinate geografiche; sono state ricostruite e documentate le modalità di fornitura, trasporto, preparazione e la distribuzione al dettaglio della sostanza stupefacente, chiarendo che tale attività “lavorava” mediamente circa 50 grammi di cocaina per volta, pari ad un corrispettivo di circa 3.500/4.000 euro a settimana. 

La conferma della continua e intensa attività di acquisto e cessione della cocaina, ma anche di hashish, vi è stata nel pomeriggio del 27 gennaio 2019, quando i carabinieri della Stazione di Sant’Antioco, comandati dal Maresciallo Maggiore Antonio Manicone, dopo aver pedinato nel suo viaggio a Cagliari, uno dei principali acquirenti di droga della cittadina, Fabio Cadeddu, al suo rientro lo fermavano insieme alla sua compagna e lo trovavano in possesso di 50,60 gr. di cocaina, risultata di ottima qualità dalle analisi di laboratorio. La droga a Cagliari veniva acquistata direttamente da Melis Francesco, gestore insieme al fratello di un chiosco di panini; nel corso del predetto servizio venne riscontrato che la cessione dello stupefacente era avvenuta proprio all’interno del locale utilizzato per la preparazione e somministrazione dei sandwich. Le intercettazioni telefoniche, infatti, hanno evidenziato un consolidato e attento modus operandi dello spacciatore cagliaritano, il quale per ingannare le investigazioni ed eludere i controlli, indicava le dosi di droga con il termine “panino”, da qui il nome dell’indagine “hot dog”. 

Lo stupefacente importato a Sant’Antioco, veniva poi ceduto a vari “cavallini”, ognuno dei quali doveva corrispondere il guadagno al fornitore, che da quel momento si estraniava dal traffico locale. Ogni cavallino gestiva, dunque, in piena autonomia tutte le fasi successive di spaccio al dettaglio, tagliando ulteriormente la droga, andando alla ricerca degli acquirenti, cedendo le singole dosi e incassando i relativi guadagni. Nell’ultima fase operativa sono stati, via via, identificati i numerosi acquirenti del basso sulcis, con il sequestro di modiche quantità di cocaina appena acquistata, a riscontro del mercato illecito realizzato.

L’arresto del 27 gennaio 2019, non aveva comunque interrotto il traffico di cocaina: CAdeddu, arrestato in flagranza di reato con 50 grammi di cocaina purissima, è stato immediatamente rimpiazzato da quelli che, in un primo momento, erano solo consumatori. Questi, pertanto si rivolgevano direttamente al fornitore principale Melis Francesco, sostituendosi a Cadeddu, oramai “fuori gioco”.  Nel tempo, tuttavia, nel traffico di droga locale, si imposero due figure di Sant’Antioco, zio e nipote, Pau Gian Manuel e Urigu Salvatore, che continuando a sfruttare i meccanismi già collaudati di traffico, spacciavano lo stupefacente con le medesime modalità agli stessi clienti/assuntori.

A margine dell’attività d’indagine principale, è emersa anche l’ulteriore responsabilità nei confronti di altro pregiudicato di San Giovanni Suergiu, il quale nel tentativo di recuperare la somma di 1.800 euro, prezzo della cocaina consegnata, avrebbe percosso e minacciato ripetutamente un suo “cavallino”, che, incaricato di spacciare al dettaglio un certo quantitativo, non aveva saldato il proprio debito appropriandosi dello stupefacente. 

L’indagine si è conclusa con la denuncia di 9 persone, l’esecuzione 2 misure cautelari agli arresti domiciliari, una in carcere e il sequestro di 56 grammi di cocaina e grammi 143.2 di hashish. 

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