Nuoro

Furto delle provette del Dna dei sardi: il pm chiede 11 rinvii a giudizio

27mila provette contenenti il Dna degli ogliastrini erano state trafugate nell'agosto 2016 dal parco Genos di Perdasdefogu

Furto delle provette del Dna dei sardi: il pm chiede 11 rinvii a giudizio

Di: Ansa


Sentenza di incompetenza territoriale per il primario di oculistica dell'ospedale San Giovanni di Dio di Cagliari Maurizio Fossarello e posizione stralciata a causa della mancata notifica a uno dei difensori per il presidente di Genos Mario Pirastu.

Lo ha deciso il Gup del tribunale di Lanusei Nicola Clivio nell'udienza di questa mattina nella quale il pm Biagio Mazzeo ha chiesto il rinvio a giudizio di tutti gli altri 11 imputati per il caso della sparizione di 27mila provette contenenti il Dna degli ogliastrini, trafugate nell'agosto 2016 dal parco Genos di Perdasdefogu e ritrovate qualche mese dopo all'ospedale San Giovanni di Dio di Cagliari.

Il Dna doveva serviva per uno studio approfondito su una delle popolazioni più longeve al mondo. L'udienza è stata aggiornata al 28 gennaio per completare le arringhe degli avvocati: attesa anche la decisione del giudice sull'eventuale celebrazione del processo.

Gli atti relativi a Fossarello, accusato di peculato, sono stati trasmessi per competenza alla Procura di Cagliari, quelli dello stralcio per Pirastu (a lui vengono contestati il furto e la violazione della privacy) invece sono finiti di nuovo sul tavolo dei magistrati di Lanusei per sanare la mancata notifica al legale.

Gli 11 imputati per i quali è stato chiesto il rinvio a giudizio sono Simona Vaccargiu, collaboratrice di Pirastu, accusata del furto aggravato delle provette; Renato Macciotta, curatore fallimentare di SharDna; Mariano Carta, sindaco di Perdasdefogu; Franco Tegas, sindaco di Talana e l'ex vice sindaco Ercole Perino; il presidente e i consiglieri di amministrazione di Genos, Valter Vittorio Mura, Maurizio Caddeo, Piergiorgio Lorrai; gli amministratori di SharDna Maurizia Squinzi e Mauro Valsecchi; l'amministratore unico di Longevia, Tiziano Lazzaretti. Le contestazioni a vario titolo vanno dalla violazione della legge sulla privacy per l'illecita trattazione di dati sensibili, furto, peculato e falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici. 

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