Cagliari

Oristano. A 7 mesi dal fermo pesca, i ricciai attendono ancora indennizzi e bandi per attività alternative

Alessandro Solinas (M5S) presenta un’interrogazione in Consiglio regionale

Oristano. A 7 mesi dal fermo pesca, i ricciai attendono ancora indennizzi e bandi per attività alternative

Di: Redazione Sardegna Live


Passano i mesi ma le preoccupazioni e le incertezze restano immutate. Per i ricciai della Sardegna, e in particolare dell'Oristanese, nulla è cambiato dallo scorso gennaio, quando organizzarono una grande manifestazione di protesta sotto il palazzo del Consiglio regionale a Cagliari. Le attività alternative che dovrebbero consentire ai pescatori di ricci di ottenere gli indennizzi previsti per il fermo pesca triennale non sono ancora state definite.

L'assessorato all'Agricoltura finora ha provveduto soltanto ad approvare le direttive per la pubblicazione dell’avviso di interesse da parte di Agris. Tuttavia, sono trascorsi già due mesi dall'adozione di tale provvedimento e ancora non si hanno notizie in merito alla pubblicazione dei bandi che dovrebbero consentire l'impiego dei pescatori in attività di monitoraggio e pulizia”.

Manca un mese al 15 novembre, data in cui la pesca del riccio in Sardegna avrebbe dovuto iniziare, e la Regione non può continuare a non garantire certezze in merito ai progetti alternativi. Considerato che Agris, contrariamente a quanto previsto in determina lo scorso gennaio, non ha provveduto a redigere il piano operativo degli interventi e di conseguenza alla definizione delle manifestazioni di interesse”.

Così il consigliere regionale del M5s Alessandro Solinas ha presentato un'interrogazione al Presidente della Regione e all'assessora all'Agricoltura Gabriella Murgia per chiedere che gli indennizzi previsti per il fermo pesca vengano erogati in tempi brevi.

Le risorse ci sono e sono già state impegnate – conclude Alessandro Solinas - adesso è compito della Regione accelerare affinché i ricciai sardi che fino al 2025 dovranno rinunciare alla propria attività per favorire il ripopolamento dei nostri mari abbiano contezza di quali attività alternative andranno a svolgere in questo arco di tempo, e soprattutto affinché questi lavoratori possano ricevere in tempi celeri i dovuti indennizzi”. 

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