Cagliari

Pesca. Murgia: “Condivido le preoccupazioni degli operatori”

L’Assessora all’Agricoltura: “Avviato un progetto di monitoraggio scientifico”

Pesca. Murgia: “Condivido le preoccupazioni degli operatori”

Di: Antonio Caria


“Condivido in pieno le preoccupazioni degli operatori della pesca a strascico sul rischio di un impoverimento delle risorse nel mare sardo e sulle possibili ripercussioni economiche”.

A dichiararlo è l’Assessora regionale dell’Agricoltura, Gabriella Murgia, a pochi giorni dall’avvio del fermo obbligatorio, che durerà un mese.

“Stiamo seguendo con molta attenzione la questione – ha aggiunto – che però purtroppo, trattandosi dello sfruttamento delle risorse in acque internazionali, non è di competenza dell’amministrazione regionale, limitata al mare territoriale, cioè entro le 12 miglia dalla linea di costa. Anche se in questo caso sono coinvolti più direttamente l’ambito giurisdizionale nazionale e quello oggetto di convenzioni internazionali, ci stiamo comunque attivando per sensibilizzare il Governo per trovare una soluzione a queste criticità”.

A suo modo di vedere è indispensabile “Un maggiore coordinamento tra le Autorità marittime competenti preposte al controllo, perché vengano rispettati, anche da parte delle imbarcazioni di grosso tonnellaggio che effettuano la pesca dei gamberi di profondità, i previsti periodi di riposo”.  Da valutare poi anche “una revisione delle disposizioni che garantisca una minore conflittualità con le imbarcazioni a strascico locali e una maggiore tutela delle risorse condivise”.

Per quanto riguarda invece la pesca dell’aragosta, davanti alla richiesta di modifica della regolamentazione regionale e a quella di 15 giorni di proroga formulata dalla marineria di Alghero, l’esponente della Giunta Solinas rimarca come una: “Una proroga della pesca nel mese di settembre, all’inizio della comparsa delle femmine con le uova, o un’apertura della pesca da settembre a dicembre, cioè nel periodo di schiusa delle uova, porterebbe a un’ulteriore riduzione delle femmine con capacità riproduttive, con ripercussioni negative sulla popolazione di aragoste nei nostri mari”.

 “Ho preso l’impegno – queste ancora le sue parole – di attuare apposite misure che possano consentire la ricostituzione della risorsa e una maggiore produttività della pesca, come ad esempio un programma di ripopolamento attivo della specie, da effettuare con il coinvolgimento degli operatori”.

Per quanto riguarda la pesca dei ricci “È stato già avviato – ha concluso – un progetto di monitoraggio scientifico i cui esiti saranno fondamentali per definire un appropriato Piano di gestione della specie che, con il coinvolgimento attivo degli operatori, possa garantire la sostenibilità del prelievo”.

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