Chilivani

16 agosto 1995: ventisette anni fa la strage di Chilivani

Morirono due carabinieri e un bandito

16 agosto 1995: ventisette anni fa la strage di Chilivani

Di: Redazione Sardegna Live


Ozieri, 16 agosto 1995, località "Peldesemene". Una data e un luogo da ricordare. Quel giorno si consumò la strage di Chilivani. Durante l'azione criminale rimasero uccisi i carabinieri Walter Frau di Ossi, 29 anni, e Ciriaco Carru di Bitti, 32. Entrambi furono insigniti della Medaglia d'Oro al Valor Militare. Nel conflitto a fuoco perse la vita anche il bandito Salvatore Antonio Giua.

I militari Carru e Frau, in servizio al nucleo radiomobile, erano sulle tracce di un'autobetoniera rubata durante la notte. Intorno alle 15:20 del 16 agosto informarono la centrale di aver ritrovato in zona Peldesemene il mezzo, con all'interno diverse armi da fuoco, oltre a un altro veicolo rubato, e di averne arrestato il detentore, identificato come Salvatore Antonio Giua di Buddusò. All'improvviso vennero colpiti alle spalle da colpi di Kalashnikov sparati dai malviventi Graziano Palmas e Andrea Gusinu.

L'appuntato Carru rispose subito al fuoco verso Palmas, ferendolo, poi si voltò e uccise Giua, che stava tentando la fuga verso Chilivani. Palmas, a sua volta, continuò a sparare uccidendo Ciriaco Carru.

Dall'altra parte della strada, Walter Frau affrontava Gusinu colpendolo più volte, ma cadde anche lui ferito dai colpi di Sebastiano Pirino. Gusinu sparò ancora e uno dei colpi centrò il giovane militare alla testa.

I malviventi si diedero alla fuga. Gusinu, ferito, venne arrestato poche ore dopo dai carabinieri alle porte di Padru. Il camioncino sul quale viaggiava fu fermato in un posto di blocco. Il mezzo era guidato da Graziano Palmas, che per evitare l'arresto si suicidò con un colpo di pistola. Pochi giorni dopo fu arrestato il resto della banda: Salvatore Sechi di Olbia, Sebastiano Demontis di Buddusò, Sebastiano Prino di Arzachena, Cosimo Cocco di Bonarcado e Milena Ladu di Olbia.

Il 26 luglio 1997 in primo grado, Gusinu, Sechi, Demontis e Prino furono condannati all'ergastolo. A Cocco (pentito) vennero dati 22 anni di reclusione, alla Ladu 25. In appello, il 27 giugno 1998, gli ergastoli furono confermati dalla corte e mentre la pena della Ladu fu ridotta di un anno, quella di Cocco fu aumentata di due.

Nonostante le condanne, gli inquirenti hanno sempre sospettato che del commando facessero parte altri personaggi mai identificati e aventi uno spessore criminale decisamente maggiore rispetto ai banditi condannati. 

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