Villasimius

Dalle violenze domestiche alla sindrome di Stoccolma fino a non avere una casa: Vanessa si racconta

Mamma di 3 bambini, attualmente sta lottando per i suoi diritti, per la sua indipendenza e per tornare nell'abitazione dove, come lei spiega, ha vissuto per un anno fino a luglio 2020

Dalle violenze domestiche alla sindrome di Stoccolma fino a non avere una casa: Vanessa si racconta

Di: Alessandra Leo


Sardegna Live ha incontrato Vanessa Dell’Omo, mamma 34enne di 3 bambini, due gemelle di 12 anni e uno di 7, di Villasimius.

Il suo sorriso e gli occhi grandi ed espressivi, incorniciati da lunghi capelli biondi e mossi, dimostrano la sua voglia di lottare e di non arrendersi, anche dopo tutti i fatti che negli ultimi anni le sono capitati, dalle violenze domestiche, come lei ci racconta, da parte dell’uomo che credeva l’amasse fino alla perdita della casa. Ma partiamo dall’inizio.

Ciao Vanessa, benvenuta. Quando hanno iniziato ad andare male le cose?

"Ciao a tutti e grazie a Sardegna Live di aver accolto la mia segnalazione e per l’opportunità di poter raccontare la mia storia. Io sono stata sposata per 12 anni con un uomo di Villasimius, purtroppo molto violento, con il vizio del bere, che picchiava sia me che le bambine. Vivevamo in Svizzera. Io ho cercato, come spesso facciamo noi donne, di cambiarlo, ma non c’è stato verso. Più volte ho tentato di lasciarlo ma non ci sono mai riuscita, perché lui era molto capace nel farmi cambiare idea; inoltre gli specialisti a cui mi ero rivolta mi hanno detto essere affetta dalla sindrome di Stoccolma, ed ecco perché trovavo così difficile e impensabile la separazione da lui".

Come è avvenuta la svolta a questa situazione?

"Nel 2019 ho deciso, con tutte le mie forze, di tornare con i bambini in Sardegna, a Villasimius, dove vivono anche i miei genitori. Mi sono trasferita nella casa che abbiamo costruito assieme a mio marito, quindi nella nostra casa di proprietà. Allo stesso tempo ho approfittato del lockdown per lasciarlo definitivamente".

"Andava tutto bene finchè io ero a casa mia con i miei figli e lui mi pagava il mantenimento, ma nell’estate 2020 lui, così di punto in bianco, è tornato senza preavviso, per stare a casa con noi, dove ha continuato a bere e a picchiarci: i miei figli in quel periodo hanno visto di tutto e di più. In luglio, sempre dello stesso anno, decido di denunciarlo per violenza domestica".

Quindi per la prima volta hai deciso di denunciarlo. Un grande passo. E com’è andata?

"I Carabinieri di Villasimius, siccome lo hanno ritenuto pericoloso per me e per i bambini, hanno allontanato noi da quella casa e non lui, tant’è che chiesi al Maresciallo se non rischiassi di non poter più tornare a casa mia. Lui mi tranquillizzò dicendomi che, tempo un paio di giorni, sarei tornata a casa: beh io a casa non ci sono più tornata da allora".

E nel frattempo dove avete vissuto?

"Gli assistenti sociali a cui mi sono immediatamente rivolta ci hanno fatto stare per 3 giorni in un villaggio a Villasimius, per una notte in un hotel, per una ventina di giorni dalle suore, poi siamo andati a casa dei miei genitori, dove stiamo tutt’ora, perché secondo gli assistenti sociali dovrei trovare io una sistemazioneA me questo viene molto difficile perché non ho una busta paga, non lavoro e, al momento, con 3 bambini, non potrei svolgere un lavoro a tempo pieno".

"Nel frattempo il mio ex marito ha cambiato la serratura di casa nostra e ha fatto andare ad abitarci suo fratello. Quando mi sono recata lì per andare a prendere le mie cose, mio cognato mi ha allontanato di malo modo, facendomi cadere per terra, tant’è che chiamai i Carabinieri e loro mi chiesero perché fossi tornata lìIntanto sono cominciate le udienze per la separazione che, non essendo consensuale, richiede più tempo".

Quali sono state le decisioni del giudice?

"Attualmente ho l’affido dei miei figli ma non la mia casa a Villasimius che, secondo il giudice, non è considerata una casa familiare dal momento che noi non ci abbiamo mai vissuto, l’abbiamo utilizzata fino a mio ritorno dalla Svizzera solo come una casa vacanzeSta di fatto che si sta parlando di una casa a tutti gli effetti, io ho vissuto quasi un anno con i miei figli. Continuo a soffrire per il fatto che mi abbiano letteralmente lasciato senza dimora, anche il mio avvocato mi dice che della casa mi devo dimenticare ma io non riesco a non pensarci".

Come hanno reagito i bambini a questa situazione?

"Come si può immaginare, miei figli stanno soffrendo molto per questo. Dopo tutto ciò che hanno passato per colpa del padre, le mie figlie più grandi che hanno subito maltrattamenti non lo vogliono neanche sentire nominare; il mio figlio più piccolo ovviamente non si ricorda di cosa ci è successo ma da ciò che sente dire dalle sorelline si sta convincendo che il papà non sia una persona buona, soprattutto sa che non ci fa tornare a casa nostra".

"Contemporaneamente, per motivi legati alla residenza e al domicilio che non coincidono, mi hanno tolto il reddito di cittadinanza: vivo con 500 euro che mi dà il mio ex marito, abbiamo 10 euro al giorno con i miei figli. Se non fosse per i miei genitori, io non so dove sarei senza soldi, senza casa. Sto consegnando curriculum per trovare un lavoretto ma lo troverei comunque solo stagionale, così come un eventuale affitto".

A Villasimius, così come in tante altre località turistiche della Sardegna, tra cui Alghero di Sardegna Live ha parlato una settimana fa, è molto difficile trovare una casa in affitto per tutto l’anno perché d’estate si preferisce affittarla ai turisti.

Vanessa conclude: "Io ho chiesto aiuto anche al sindaco che per ora non mi ha dato alcuna risposta, agli assistenti sociali che hanno le mani legate e al giudice che mi ha tolto la casa, l’unica cosa che avrebbe dato stabilità materiale e psicologica a me e ai miei figli. La mia situazione è questa. Io vorrei un lavoro, la mia indipendenza, la mia privacy e i miei diritti, e soprattutto la casa, anche se mi dicono che devo dimenticarla".

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