Cagliari

472 fabbri sardi tra incudini, ferro e fuoco

Antonio Matzutzi (Presidente di Confartigianato Sardegna): “La professione regge ma mancano gli apprendisti"

472 fabbri sardi tra incudini, ferro e fuoco

Di: Antonio Caria


La figura del fabbro è una professione che incarna un mestiere antico con la capacità, unica, di modellare e vedere nel metallo qualcosa che non tutti vedono. 

Un maestro che, da centinaia di anni, svolge un’attività completa: ripara e realizza manufatti in ferro e altri metalli come le ringhiere per le scale e balconi, pezzi di arredamento e di design, infissi e cancelli di abitazioni, ville e giardini urbani. Molti si occupano d riparare e sostituire serrature, di sbloccare serrande o di ripristinare saracinesche e tapparelle.

In Sardegna sono presenti 472 attività fabbrili, di cui ben 407 (l’86,2%) artigiane. Lo dice l’analisi dall’Osservatorio per le PMI di Confartigianato Imprese Sardegna (fonte UnionCamere-Infocamere).

Per quanto riguarda le singole province, quella in cui si registra la maggior presenza di fabbri e Cagliari (33,7%) seguita da Sassari (32,2%), Nuoro (26,8%) e Oristano (7,4%).

Secondo gli ultimi dati disponibili Unioncamere – AnpaL, Sistema Informativo Excelsior, in Sardegna le imprese prevedevano 310 nuove assunzioni di fabbri ferrai, costruttori di utensili e assimilati, questo dato ci consente di cogliere la vitalità di questa nicchia di imprese che effettuano un antico mestiere. Sempre facendo riferimento a questi dati si rileva una difficoltà maggiore (43,7%) da parte delle imprese nel reperire il personale ricercato rispetto alla media (18,4%).

“Modellare i vari metalli è un’arte che andrebbe conservata e tramandata – ha dichiarato Antonio Matzutzi, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – perché, per esempio nelle costruzioni, molti progetti che riguardano rifacimenti e ristrutturazioni hanno bisogno proprio della collaborazione di un artigiano del genere. Questa professione, in ogni caso, resiste ma soffre – ha aggiunto – e il vero problema è che ci sono pochi giovani pronti a subentrare agli anziani e, conseguentemente, ci sono pochi apprendisti”.

Una professione che necessita, ora, di una continua specializzazione e conoscenze informatiche, indispensabili per riuscire a “vendersi” a un pubblico più ampio.

“In aiuto a questa professione vengono in “soccorso” anche gli strumenti tecnologici – ha concluso Matzutzi – che permettono di valorizzare i lavori ben fatti. Parliamo di macchinari 4.0 ma anche dei social che consentono di promuoversi ed essere sempre più vicini ai clienti”. “Per questo crediamo che anche questa figura professionale debba essere presa in considerazione quando si parla di innovazione – conclude il Presidente di Confartigianato Sardegna – infatti, l’innovazione intesa come penetrazione nei processi produttivi della rivoluzione digitale, è per le micro e piccole imprese una questione cruciale”.

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