Villacidro

Due bimbi di colore presi per mano, insulti razzisti contro la cantante sarda Claudia Aru

“Questa è la Sardegna che mi piace”. L’ignoranza del cosiddetto popolo del web ottuso che commenta con centinaia di scritte offensive al post dell’artista di Villacidro

Due bimbi di colore presi per mano, insulti razzisti contro la cantante sarda Claudia Aru

Di: Alessandro Congia


“I bambini sono angeli senza colpa, chi critica in quel modo merita di estinguersi”. E’ soltanto uno dei tantissimi post di solidarietà nei confronti di Claudia Aru, che ha avuto l’unica colpa di aver pubblicato una bellissima foto che ritrae due bimbi di colore vestiti con l’abito tradizionale sardo. E giù tantissimi insulti e minacce, una reazione razzista di tanti utenti che hanno offeso la giovane artista. 

La solidarietà 

“La nostra grande artista isolana – è scritto in uno dei commenti di chi l’ha giustamente difesa -  ha pubblicato questa foto. Il risultato è stato una valanga di insulti razzisti, sessisti, volgari all'ennesima potenza. Io appoggio Claudia, e ribadisco il pensiero di eguaglianza e amicizia tra i popoli. Le persone che hanno lasciato commenti assurdi, sono semplicemente uno specchio della sottocultura italiana. Mi dispiace per loro, e lo dico con sincerità. Mi dispiace per le loro mogli, mariti e figli, che ogni giorno si devono confrontare con l'ignoranza. Imparate a leggere libri e non solo le cazzate dei social, che dovrebbero essere oasi di svago e divulgazione immediata di notizie importanti. Uscite, parlate con la gente, Ascoltate la radio e guardatevi dentro. Un'ultima cosa: prima di puntare il dito, imparate a scrivere in italiano. Conosco tanti africani, cinesi, arabi, indiani, che usano il congiuntivo e parlano l'italiano meglio di voi... che siete italiani”. 

“Claudia ha condiviso questa foto scrivendo “questa è la Sardegna che mi piace”. Si è aperto il vaso di Pandora ; si sono palesati tutti gli enormi problemi di ignoranza e intolleranza che ci affliggono in questi tempi bui. Purtroppo la storia si ripete perché gli uomini han la memoria corta e sopratutto hanno bisogno di avere un nemico (Orwell nel ‘49 ci ha scritto un bel libro). “Siamo tutti il meridione di qualcun altro”. 

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