In Sardegna

Scavi archeologici clandestini, maxi indagine nel Nuorese: coinvolte 34 persone

I reperti rinvenuti venivano smistati nel mercato estero. Numerosissimi i capi d'accusa

Scavi archeologici clandestini, maxi indagine nel Nuorese: coinvolte 34 persone

Di: Giammaria Lavena


Sono finiti sotto indagine nell'inchiesta "Dea Mare", coordinata dal procuratore di Lanusei Biagio Mazzeo, 34 persone. Secondo l'accusa scavavano clandestinamente nei siti archeologici per poi "canalizzare" i reperti rinvenuti verso il mercato estero, in particolare quello francese, dove sarebbero stati riciclati da un emigrato sardo. 

Associazione per delinquere, esportazioni illecite, ricerca archeologica senza concessione, possesso di beni culturali appartenenti allo Stato, contraffazione di opere d'arte alla ricettazione, furto aggravato ed estorsione: queste le accuse a vario titolo.

Contestati inoltre i reati di coltivazione, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, minacce aggravate e danneggiamento a seguito di incendio, uso/sottrazione di cose sottoposte a sequestro, favoreggiamento personale e inosservanza delle prescrizioni cautelari imposti dall'autorità giudiziaria.

L'indagine condotta dai carabinieri della Compagnia di Lanusei con gli agenti del locale commissariato, il Corpo forestale e di vigilanza ambientale e i militari della Tutela del patrimonio culturale di Cagliari, è stata avviata nell'agosto 2016 dopo un intervento dei carabinieri in un nuraghe in località Orzili, nelle campagne di Arzana, in Ogliastra. 

Dalle investigazioni sarebbero emerse diverse associazioni a delinquere sparse in tutto il territorio isolano e composte da almeno tre gruppi principali localizzati ad Arzana, in Baronia, nel Nuorese e a Cagliari. "Legati tra loro - fanno sapere gli inquirenti - da un solido vincolo associativo che si muoveva in un contesto criminale ben più ampio, come il traffico di armi clandestine, furti e rapine".

Per questi ultimi reati - che hanno prodotto altri due rami di inchiesta, denominati "Diablo" e "Diablo 2" - erano stati arrestati nel 2018 tre arzanesi, Vincenzo Marongiu, Nicolò Piras e Federico Laisceddu, tutti indagati anche nell'inchiesta sugli scavi archeologici. Le indagini hanno permesso il recupero di diversi reperti che, sottoposti ad esame dai funzionari delle Soprintendenze di Cagliari e Sassari, sono stati valutati di notevole interesse storico-scientifico. 

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