Cagliari

Gabriella Satta, festa della donna: “Io, mamma vittima della cattiveria”

La storia di una mamma 45enne cagliaritana, dopo una travagliata vicenda giudiziaria

Gabriella Satta, festa della donna: “Io, mamma vittima della cattiveria”

Di: Alessandro Congia


Sono passati tre anni da quel giorno in cui feci denuncia contro ignoti, ma per sua sfortuna, tutto venne ripreso da una telecamera e grazie a quella riconobbi l’autore del nobile gesto. Sono passati tre anni, i tempi biblici della giustizia italiana, per arrivare alla conclusione di un lungo processo penale, dove l’autore del danno a me cagionato non deve pagare nessuna pena. Per la giustizia forse subire certi atti o venire stolkerizzate fa parte di una normale separazione tra coniugi. A chi ha decretato la “fine” di questa tribolazione, auguro solo di trovare nel percorso di vita l’uomo capace di rispettarti e amarti tutti i giorni e non solo oggi 8 marzo. A me auguro di continuare ad avere la forza per lottare, oggi, domani, sempre”. 

Sono le parole dettate dal cuore della cagliaritana, Gabriella Satta, (nella foto), 45enne, che oggi, giovedì 8 marzo 2018, vuol far conoscere la sua storia sofferta a tutte le donne, ma anche a tutti gli individui che possono trovarsi in situazioni familiari non proprio felici. La sua vicenda giudiziaria è stata assistita dall’avvocato, Francesca Spanu. 

LA VICENDA SOFFERTA. “Oggi – sottolinea la donna - dopo aver saputo l'esito dell'udienza penale, di un processo avvenuto d'ufficio da parte dei Carabinieri dopo la mia denuncia contro ignoti e dopo aver riconosciuto gli autori del reato in un video registrato da una telecamera posizionata in una ricevitoria in cui avevo parcheggiato l'auto, di proprietà di mia madre, auto che utilizzavo su permesso di mia madre a seguito di separazione dal mio ex marito che nel frattempo aveva tenuto con se l'auto di proprietà comune per poter andare a lavoro e spostarmi con i miei figli, affidati a me con ordinanza del giudice. Nel video è palese chi ha creato il danno alla macchina – aggiunge Gabriella Satta - inoltre è palese anche la preterintenzione, in quanto dopo un primo tentativo fallito, il colpevole, si ripresenta dopo circa 20 minuti per poter compiere il reato senza occhi indiscreti, tranne quelli della telecamera (che non aveva evidentemente visto). Per riparare il danno (il vetro rotto, n.d.r.) ho ovviamente subito delle spese, senza contare la rabbia per questo gesto sconsiderato, senza contare che dopo aver riconosciuto il protagonista, lo stesso, convocato dai carabinieri ha negato di aver compiuto il reato, ma peccato che dal filmato si contano pure i brufoli in faccia. Ebbene – dice sempre la donna - la conclusione è che tutto si è concluso così, chi ha commesso il danno non è stato ritenuto responsabile di quel gesto. Dopo oltre 5 anni ancora non si è conclusa una separazione giudiziaria - rincara la dose Gabriella Satta - va avanti al ribasso su un mantenimento (solo per i figli, in quanto io ho immediatamente rinunciato al mio) che è già scarso di suo. Siamo nelle mani di una giustizia strana, non è mia abitudine rendere pubblica la mia vita privata, ma oggi non ho potuto fare a meno, vista la ricorrenza, di palesare la mia rabbia nei confronti di una giustizia spesso assente. Poi ci meravigliamo e piangiamo quando arrivano notizie più tragiche, so che l'argomento è pesante - conclude -   forse scottante, ma è giusto secondo me far capire a chiunque cosa ancora noi donne dobbiamo sopportare e subire nel giorno della nostra festa”.

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