Brescia

Muore a 25 anni di anoressia, la mamma: “In una struttura chiedevano 480 euro al giorno”

“L'ultimo centro in cui era stata mi ha mandato la fattura per la consulenza psichiatrica, senza nemmeno un messaggio di condoglianze”

Muore a 25 anni di anoressia, la mamma: “In una struttura chiedevano 480 euro al giorno”

Di: Alessandra Leo, foto Fanpage


Morire di anoressia a 25 anni: è stata la terribile fine di una dolcissima ragazza bresciana, Ilenia Belotti, che ha perso la vita il 4 novembre 2021, dopo alcuni tentativi di cura purtroppo non andati a buon fine.

Come riporta Fanpage, la ragazza era stata trasferita in un hospice, ma le liste d’attesa per i centri specializzati in Lombardia erano troppo lunghe per il suo fisico già fortemente debilitato.

In altre strutture non era stata accettata perché “era già troppo grave”, a meno che la famiglia non pagasse 480 euro al giorno. Sua madre, con il cuore spezzato e un dolore lancinante che non l’abbandonerà mai, è stata intervistata da Fanpage, raccontando tra le lacrime il supplizio della figlia e di tutta la famiglia.

"Fino all'età di vent'anni mia figlia era una ragazza splendida, senza nessun problema – dice la donna - Aveva un lavoro, un fidanzato e una famiglia che le voleva bene".

Un giorno qualcosa nella vita di Ilenia cambiò, ma non sembrava nulla di così allarmante: “Aveva solo deciso di mettersi a dieta perché riteneva di avere qualche chilo di troppo”. Un desiderio che tantissime persone manifestano ma che per Ilenia divenne preso una vera e propria ossessione.

“Aveva iniziato a eliminare intere categorie di alimenti e a sfinirsi di attività fisica – spiega la mamma - così, quando qualche mese più tardi l'ho portata da uno psichiatra, la diagnosi è stata implacabile: Ilenia soffriva di anoressia".

Ilenia venne ricoverata per la prima volta in una struttura specializzata nel 2017, poco dopo sembrava stare meglio ma una delusione sentimentale vanificò tutti i risultati : "Il ragazzo con cui stava da tempo l'ha lasciata subito dopo il ricovero e Ilenia è crollata di nuovo".

Con la pandemia da Covid, le malattie legate al comportamento alimentare aumentano sempre di più, soprattutto tra i giovani e giovanissimi. I centri specializzati operavano in forma sempre più ridotta a causa delle restrizioni e alcuni chiusero, con sempre meno posti disponibili e liste d'attesa sempre più lunghe.

"Ilenia era stata mandata a casa durante i mesi del lockdown – racconta la mamma - vanificando tutto il lavoro fatto fino ad allora". Ma né Ilenia né i suoi familiari persero le speranze e continuarono imperterriti a cercare.

Per le comunità specializzate i tempi d'attesa arrivavano anche a 4-5 mesi, ma nell'aprile 2020 Ilenia venne finalmente ricoverata, fino a quando l'Ats non aveva più fondi per pagarle la degenza. Le alternative erano quindi due: "Avremmo dovuto portarla a casa, aspettare fino all'anno successivo, e poi rifare la richiesta per un nuovo ricovero. Oppure pagare di tasca nostra 480 euro al giorno per un tempo indefinito".

A casa Ilenia stava sempre peggio fino ad essere ricoverata in ospedale, dove venne sottoposta a tso e intubata in rianimazione. Poi i genitori trovarono una clinica fuori regione che sembrava l’ultima spiaggia. "Dopo 15 giorni mio marito e io fummo chiamati per riportarci a casa nostra figlia, dicevano non fosse pronta per ricevere aiuto, non riusciva a mangiare quello che dicevano loro e a stare ferma per non bruciare troppe calorie", racconta la mamma.

Ma Ilenia non voleva tornare a casa, voleva guarire e vivere: "Aveva deciso di incatenarsi al parcheggio della struttura, diceva che se fosse tornata a casa sarebbe morta e non lo voleva".

Poco dopo, un altro ricovero in ospedale: "Ci dissero che non potevano fare più nulla, che dovevamo scegliere se portarla a casa o in un hospice. In pratica che nostra figlia doveva solo aspettare i suoi ultimi giorni".

Ilenia trascorse gli ultimi suoi giorni, fino a quello della morte, cercando nuovi centri in cui potesse essere curata, ma il 4 novembre 2021, il suo cuore smise definitivamente di battere.

"L'ultimo centro in cui era stata – dice sua mamma - quello che l'aveva cacciata perché ‘inadeguata al programma', mi mandava la fattura per la consulenza psichiatrica, senza nemmeno un messaggio di condoglianze".

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