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Martedì 28 ottobre approda al Teatro Massimo di Cagliari "Ottanta. Buon Compleanno Ivan", un concerto bellissimo dal quale emerge non un sentimento nostalgico per canzoni senza tempo bensì la forza della musica che vince e non conosce gli argini del tempo. Una festa di compleanno per divertirsi e ricordare il grande Ivan Graziani, alla quale siamo tutti invitati da Filippo, figlio di Ivan, padrone di casa, cantante e musicista poliedrico.
Lo abbiamo intervistato per voi... buona lettura!
Ciao Filippo e grazie di voler scambiare quattro chiacchiere con Sardegna Live. Comincerei col dire che, in casa Graziani, l'arte ha dimora in tutte le sue molteplici forme. Cosa ispira la tua vena creativa, qual è il primo movens?
"Guarda... posso dire che non ho ricordi dove non abbia subìto l'effetto di qualcosa di artistico, dove io sia stato indifferente all'arte, che ha sempre colpito la mia immaginazione e i miei sensi, fin da quando ero piccolo. Assieme alla musica, la forma d'arte che mi ha contaminato dall'inizio è stata quella del disegno, in particolare del fumetto, una mia grande passione da sempre. Parte dai cartoni animati che guardavo da bambino, traendo poi ispirazione da quello che succedeva in casa, esattamente come succedeva a mio papà, che -oltre a musicista- era disegnatore. Ci può essere una differenza di come questa realtà mi sia entrata nel cuore: papà per esempio apparteneva a un'altra generazione e leggeva Tex Willer, io sono cresciuto invece con Batman, l'Uomo Ragno e gli eroi della Marvel e della DC. Insomma, il mondo del disegno e dell'immaginazione, unitamente alla musica, è sempre stato parte di papà... e anche di me, direttamente ereditato da lui! Infatti anche io ho fatto gli studi artistici. Penso che ci sia un ponte immaginario ma molto forte tra musica ed espressione visiva, difficilmente può esserci l'una senza l'altra".
Due parole sul nuovo modo di concepire la musica oggi, prevalentemente rap/trap/autotune?
"Sono fieramente estraneo all'autotune e strumenti simili! Da adolescente ho vissuto e ascoltato tanto il rap nella sua forma originaria, derivato dall'hip-hop, dall'inizio degli anni '90 fino al '97/'98... quanto alla trap, la conosco e so da dove viene. Non mi sento, però, vicino al nuovo modo di concepire queste forme di musica, preferisco ascoltare le canzoni di una volta... sarà anche perché sto invecchiando! Ritengo, comunque, che ognuno debba farsi trascinare dentro le cose che sente e che emozionano!"
Un ricordo o aneddoto particolare con Ivan? Hai un suo brano preferito?
"Non ho un suo brano preferito. Quanto ai ricordi, sono tutti intensi, difficile indicarne uno più di un altro... però, visto che abbiamo nominato il rap, mi ricordo che una volta lo portai in treno ad una convention hip-hop molto grossa, a Mestre... ne ho parlato da poco anche con Frankie Hi-NRG, quando ci siamo visti per un lavoro su papà, perché anche lui era lì. E insomma, papà era venuto, tutto vestito da militare, per conoscere questo mondo che lo aveva molto colpito e molto affascinato, al punto che si fece anche un po' contaminare da diverse cose... per esempio, c'è una canzone -Porto Canale- uscita nel suo disco postumo, dove fa una sorta di rap a suo modo, parlando di un momento che abbiamo vissuto insieme, quando lo avevo portato a Rimini a vedere gente che faceva i graffiti. E quindi quella giornata insieme, alla festa hip-hop, andati e tornati in treno, la ricordo con piacere per come la abbiamo vissuta e perché abbiamo condiviso una forma d'arte che piaceva al figlio e che il padre, incuriosito, ha agevolato e promosso... ancora una volta: l'arte come ponte intergenerazionale!"
La vostra famiglia ha un legame particolare con la nostra Isola, soprattutto con Alghero, il cui anfiteatro (Maria Pia) è intitolato proprio a tuo papà. Cosa c'è della Sardegna dentro Filippo uomo e dentro Filippo artista?
"C'è davvero tanto! La Sardegna per me rappresenta i tempi più spensierati e belli della mia infanzia e della mia adolescenza, quando era in vita mia nonna e passavamo estati intere nell'Isola. Ad Alghero ho ancora dei parenti ai quali voglio molto bene e che cerco di visitare almeno due o tre volte all'anno. È una terra che sento molto vicina per tanti motivi, soprattutto sentimentali... c'è un mondo di ricordi legati al mare e alla vita di mare sarda che sono dentro di me e lo saranno per sempre! Tra l'altro, ho fatto un test del DNA che mi permette di affermare con orgoglio e certezza che geneticamente sono in parte sardo, una buona percentuale del mio sangue origina proprio dall'Isola! Sardo certificato al 100%, potremmo dire!"
"L'altra patria", l'Abruzzo... se dovessimo fare un confronto con la Sardegna?
"Territorialmente sono terre abbastanza diverse, pur essendo entrambe delle bellezze. Direi, però, che hanno in comune un'anima selvaggia, una sensazione di terra di nessuno. A me certe zone, specie nell'entroterra, ricordano la Spagna... oltre ad Alghero, considerata la piccola Barcellona. Sento questo richiamo del selvaggio, tanto in Sardegna quanto in Abruzzo, che mi ha sempre attirato tanto... per dirne una, la strada verso Capo Caccia, dove ancora pascolano i cavallini... o la strada panoramica per Bosa coi Grifoni... una ricchezza di fauna e di natura straordinaria! Altre similitudini le vedo nel carattere... che in entrambe le terre si accompagna a una sorta di... spessore cranico, chiamiamolo così! Quando si fissano in testa qualcosa deve essere assolutamente portata a compimento! Immaginate un po' me, che ho sangue di entrambe le regioni, quanto posso essere quadrato, quando mi ci metto! E ancora, sardi e abruzzesi sono molto fieri della propria terra, del rapporto con la natura e delle proprie tradizioni!"
Prossimi sogni e progetti?
"Di sogni ne ho sempre tanti! Quando avrò terminato questo ciclo di concerti per gli ottant'anni di papà mi concentrerò un po' sul mio percorso, prendendo del tempo per me, per lavorare a delle cose mie, per capire cosa portare dietro dell'esperienza fatta fino ad adesso, mettendoci dentro qualcosa di mio che, ovviamente, andrà sempre a braccetto con l'eredità che ho da papà."
Cos'è per te la musica?
"Beh... qualcosa senza la quale sicuramente non potrei esistere! Un po' l'anima della mia esistenza, ciò che mi compone per davvero!"
Cosa si deve aspettare il pubblico di Cagliari? Cosa vorresti dirgli, consigliare, trasmettere...
"Sicuramente ci tengo a dire che verrete a una festa di compleanno, oltre che ad un concerto! Ci sarà lo spazio per lasciarsi andare, per divertirsi... non amo i concerti troppo pettinati! Succede spesso che le persone si alzino, ballino e cantino! Portate nel cuore la voglia di ascoltare la musica di Ivan Graziani... e di festeggiare i suoi ottant'anni!"




