L’Assessore degli Enti locali, Francesco Spanedda, ha chiarito le recenti modifiche normative sulle installazioni fotovoltaiche, rispondendo ad alcune imprecisioni.

“La prima parte della norma - spiega Spanedda - rappresenta una sorta di interpretazione autentica. Durante la discussione in Consiglio della Legge 20 è sempre stato chiaro che l’installazione dei pannelli fotovoltaici sui tetti all’interno dei centri abitati fosse consentita, salvo specifiche prescrizioni. Tuttavia, poiché un allegato conteneva un divieto relativo alla realizzazione di impianti nella fascia di 1.000 metri dal centro abitato, alcuni enti hanno dato un’interpretazione restrittiva, estendendo il divieto anche alle coperture dei centri abitati”.

Per queste ragioni, la nuova legge fornisce un’interpretazione autentica: “Non c’è alcuna novità sostanziale - sottolinea l’Assessore - ma solo la precisazione necessaria per fugare dubbi derivati da una lettura congiunta dell’articolo 1 e dell’Allegato G”.

Aree industriali e chiarimenti operativi

Spanedda interviene anche sulle interpretazioni relative alle aree industriali: “La formulazione originaria della LR 20/2024 per le aree industriali aveva portato in alcuni casi a difficoltà applicative. In presenza di un capannone a due chilometri da un nuraghe, ad esempio, la posa di pannelli sul tetto non altera il contesto paesaggistico, perché il manufatto esiste già. La dislocazione delle aree industriali sarde, spesso strutturate come arcipelaghi di isole non contigue, ha creato problemi nell’applicazione pratica dei buffer. Con la nuova stesura abbiamo semplificato ulteriormente l’articolo per evitare blocchi immotivati”.

Il regolamento: cosa prevede davvero

Il terzo punto della norma riguarda l’introduzione di un regolamento attuativo. Anche su questo tema, l’Assessore chiarisce: “Il regolamento riguarda esclusivamente le aree non idonee e le aree ordinarie. Non si applica alle aree idonee, né agli impianti per autoconsumo, siano essi domestici o comunità energetiche. Le famiglie e le imprese possono quindi procedere senza ostacoli”.

Le aree ordinarie - precisa Spanedda - rappresentano un’estensione molto ridotta del territorio regionale. Nelle aree non idonee, invece, gli impianti sono possibili solo tramite la procedura dell’articolo 3, la cosiddetta intesa, con un ruolo centrale dei Comuni: “Solo i Comuni possono presentare proposte per interventi in aree non idonee quando li ritengono utili alla comunità locale. E se l’intesa viene approvata, il progetto segue l’iter ordinario”.

Il regolamento servirà a uniformare le istruttorie in tutta la Sardegna, evitando differenze tra i 377 Comuni dell’Isola. “Conterrà una griglia chiara che guiderà enti e aziende lungo tutto l’iter. È uno strumento tecnico che non interferisce con i bandi degli Assessorati dell’Industria e dei Lavori Pubblici. Abbiamo chiarito queste interpretazioni restrittive perché rischiavano di bloccare i fondi della LR 2/2025, destinati ai cittadini e alle imprese per l’installazione dei pannelli”.

“Nessuna moratoria. I progetti possono andare avanti”

L’Assessore smentisce categoricamente l’ipotesi di una moratoria mascherata: “In realtà gli impianti si possono comunque costruire nelle aree idonee, e tra queste sono comprese le coperture degli edifici e le aree già edificate. Tra l’altro lo studio di dimensionamento del PEARS dimostra che, tramite le aree idonee, la Sardegna è già in linea con gli obiettivi fissati dall’Unione Europea. La legge non introduce alcun limite aggiuntivo: rende solo più efficace ciò che è già previsto, evitando interpretazioni restrittive che stavano bloccando iniziative fondamentali come i bandi per famiglie e imprese”. 

Il tema del pronunciamento della Corte Costituzionale

Alcuni Consiglieri regionali hanno sollevato perplessità sull’opportunità di procedere alla modifica normativa prima del pronunciamento della Corte Costituzionale. “La Corte dovrà esprimersi su questioni generali, come il bilanciamento tra libertà d’impresa e tutela del paesaggio. Sono temi di alto livello, molto al di sopra dei chiarimenti tecnici introdotti da questa modifica, che costituisce poco più di un’interpretazione autentica. Procedere non creava alcun conflitto tra i due binari”.