Prosegue il confronto istituzionale tra la Regione Sardegna e il Governo in merito al trasferimento nell’Isola di un numero elevato di detenuti sottoposti al regime di 41-bis. La presidente della Regione, Alessandra Todde, torna sulla vicenda ribadendo la richiesta di un dialogo formale con l’Esecutivo e contestando l’assenza di un coinvolgimento preventivo della Sardegna nelle decisioni adottate dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.

“Sei giorni fa ho scritto alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per difendere la Sardegna da una decisione assunta senza confronto, senza preavviso e senza rispetto istituzionale. A oggi non è arrivata alcuna risposta”. Lo dichiara la Presidente della Regione, Alessandra Todde, tornando sulla lettera inviata al Governo in merito al trasferimento in Sardegna di un numero elevatissimo di detenuti in regime di 41-bis.

“Nella lettera ho definito con chiarezza la gravità di quanto sta accadendo: si tratta di una scelta che rompe il principio di leale collaborazione tra Stato e Regione e che ignora completamente le conseguenze sulla sicurezza, sulla sanità e sulla tenuta sociale del nostro territorio”, prosegue la presidente.

Todde ricorda inoltre che già il 18 giugno aveva scritto al ministro della Giustizia per esprimere precise preoccupazioni e che il 10 settembre, nel corso di un incontro, il ministro Nordio aveva assicurato che nessuna decisione sarebbe stata presa senza un confronto con la Regione. “Oggi scopriamo che quegli impegni sono stati totalmente disattesi”.

“Il trasferimento dei detenuti è stato disposto dal Direttore generale del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria con una nota inviata direttamente a tribunali, prefettura e forze dell’ordine, senza alcuna comunicazione preventiva alla Regione Sardegna”.

Nella lettera, la presidente Todde ha ribadito anche che la Sardegna è considerata dagli organi giudiziari territorio a forte rischio di sviluppo mafioso. “A questo si aggiunge un’altra verità spesso taciuta: ogni detenuto in 41-bis comporta un aggravio enorme per il sistema sanitario regionale in termini di sicurezza, scorte, trasferimenti e assistenza. Un sistema che è già in sofferenza e i cui costi aggiuntivi ricadono interamente sui cittadini sardi”.

Infine, il tema dell’insularità: “Quella che la Costituzione riconosce come svantaggio da compensare viene oggi usata come vantaggio logistico per lo Stato. È un paradosso istituzionale inaccettabile”.

“Nella lettera ho chiesto una cosa sola: fermare le decisioni unilaterali e aprire immediatamente un confronto vero, leale e responsabile, rimettendo sul tavolo scelte già assunte senza la Regione. La Sardegna non fugge dalle proprie responsabilità. Ma non accetta di subirle” conclude la presidente Todde.