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"Ieri a Uta ci siamo confrontati in un incontro pubblico organizzato dal sindaco Porcu, con la partecipazione della presidente Alessandra Todde, parlamentari e amministratori locali che vivono con grande preoccupazione la decisione del governo di inviare altri 92 detenuti al 41 bis". Sono le parole della senatrice M5S, Sabrina Licheri.
"Una decisione calata dall’alto e – aggiunge Licheri – senza alcun confronto con il territorio. Nonostante le interrogazioni che ho presentato in Aula, il ministro Nordio non ha mostrato alcuna disponibilità a un dialogo".
Licheri evidenzia anche i rischi concreti per la comunità: "Un numero così elevato di detenuti, in una Regione che già ospita un alto numero di persone al 41 bis, significherà ospedali e servizi sotto pressione, forze dell’ordine e polizia penitenziaria allo stremo, servizi inefficienti, e senza contare che questo tipo di presenze sul territorio richiameranno, inevitabilmente, maggiore criminalità. Chiediamo al ministro Nordio responsabilità nei confronti di un territorio che ha ampiamente dimostrato solidarietà ma che non può essere trattato, ancora una volta, come una colonia ai confini dell’Impero".
L’assemblea pubblica di ieri, lunedì 1° dicembre ha visto una partecipazione straordinaria, con la sala del Consiglio comunale di Uta piena e decine di cittadini rimasti in piedi all’esterno. Presenti numerose autorità: la presidente della Regione Alessandra Todde, il vicepresidente del Consiglio regionale Giuseppe Frau, il sindaco di Cagliari e della Città Metropolitana Massimo Zedda, la presidente del Tribunale di Sorveglianza di Cagliari Maria Cristina Ornano, il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Cagliari Matteo Pinna e la Garante regionale dei detenuti Irene Testa.
La presidente Todde ha richiamato gli impegni presi dal ministro Nordio nei mesi scorsi e le possibili conseguenze socio-economiche di decisioni calate dall’alto, citando esperienze passate come quella del carcere di Nuoro.
L’incontro si è chiuso con la richiesta condivisa di un confronto istituzionale trasparente, mentre la comunità di Uta resta in attesa di risposte sul futuro del proprio carcere.


