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La sentenza del Tribunale civile di Cagliari, che ha rigettato il ricorso contro l’ingiunzione di decadenza della presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde (M5s), non ha placato il dibattito politico: se da un lato i 5 Stelle rivendicano la legittimità della vittoria elettorale, dall’altro il centrodestra torna all’attacco e chiede nuove elezioni.
“Alessandra Todde ha detto subito che rispetta le decisioni dei giudici, come ovviamente rispettiamo questa”, ha chiarito Giuseppe Conte a Nuoro. “I giudici hanno dichiarato la propria incompetenza, rimettendo la questione al Consiglio regionale come per legge. Quella che eventualmente è una irregolarità nasce dal presupposto che chi non ha sostenuto spese e non ha nulla da rendicontare, non può presentare una rendicontazione. È stato il comitato elettorale a sostenere le spese, cosa assolutamente lecita”.
Per Conte si tratta di una sentenza che “non cambia nulla”: “I cittadini hanno promosso Alessandra Todde e questo governo regionale a furor di voti democratici. Capisco il nervosismo di tutti gli avvoltoi del centrodestra che hanno sperperato fondi pubblici per arricchire alcuni gruppi imprenditoriali, lasciando in macerie sanità e territorio”. Il leader pentastellato ha inoltre attaccato il governo nazionale: “Abbiamo un ministro delle Infrastrutture che continua a tagliare: 25 milioni in meno per la manutenzione delle strade, quando invece bisognerebbe rimboccarsi le maniche”.
Ma il centrodestra rilancia. In una nota, le forze politiche di opposizione parlano di una legislatura “conclusa”, pronta per “una nuova proposta politica”. Lunedì 2 giugno, a Oristano, i partiti della coalizione si riuniranno per discutere del futuro dell’Isola. L’obiettivo: “Restituire ai sardi un governo legittimato e capace di rispondere concretamente ai bisogni dei cittadini, affrontando con visione le sfide su sanità, lavoro, trasporti, infrastrutture e identità culturale”.