PHOTO
«Al poltronificio Todde lo squadratore si è distratto e la seggiola con l’imbottitura tutta politica non regge le terga del nuovo amministratore». Così Antonio Moro, presidente del Psd’Az, commenta duramente il caso Arst. Secondo Moro, gli oltre duemila dipendenti dell’azienda regionale dei trasporti restano senza stipendio per la decisione della Giunta di nominare in fretta e furia un nuovo amministratore unico, con una delibera “fuori sacco” discussa senza istruttoria il 4 luglio, revocando l’incarico a chi lo ricopriva adducendo non documentate ragioni di “giusta causa”.
La delibera, spiega Moro, ha effetto immediato sulla revoca ma vincola l’effettivo insediamento del nuovo amministratore alla verifica dei requisiti da parte del direttore generale dell’assessorato dei Trasporti. «Non è dato sapere – denuncia – perché a sette giorni dalla nomina non si sia ancora proceduto con l’insediamento né quali siano gli esiti della verifica».
Moro solleva dubbi anche sul licenziamento del dottor Neroni, mai destinatario di rilievi e ringraziato nel verbale dell’assemblea dei soci dell’Arst per i risultati di bilancio. «E’ una “forzatura” continua e ripetuta delle norme, delle regole, della prassi e dello stile di governo – conclude – finalizzata alla costruzione di una rete di controllo e di potere al limite del personale. In spregio alla correttezza che si deve ad alleati e avversari, e questa volta anche in danno dei sacrosanti stipendi di oltre duemila lavoratori sardi».