Sassari

Sassari. Erano gli “Angeli del Covid”, dal prossimo mese 170 OSS staranno a casa

Lo sfogo di OSS interinali: “Ci sentiamo usati. Chiediamo di dare continuità del posto di lavoro"

Sassari. Erano gli “Angeli del Covid”, dal prossimo mese 170 OSS staranno a casa

Di: Cristina Tangianu


Sono 173 gli operatori socio sanitari che lavorano per l’Aou di Sassari con contratti interinali in scadenza il 31 marzo.

Chiamati al lavoro in tempo di pandemia, ma impiegati in tutti i reparti per sopperire alle di carenza di organico, dal prossimo mese potrebbero restare tutti a casa.

Eppure, sono le stesse persone che al tempo del Covid venivano chiamati “gli Angeli”, “gli Eroi”, per la dedizione nei confronti dei pazienti, per aver affrontato anche loro un virus sconosciuto quanto temibile e troppo spesso letale, mettendo da parte la propria famiglia, tra paura e orari di lavoro estenuanti.

Ecco, proprio loro si ritroveranno senza un lavoro. Si tratta di lavoratori precari, assunti a tempo determinato dalle varie agenzie con contratti che vengono poi prorogati in base alle esigenze dell’Azienda ospedaliera universitaria di Sassari, che quindi non si assume tutti gli oneri che derivano dall'instaurazione di un rapporto di lavoro dipendente.

SELEZIONE PUBBLICA. Dopo l’esperienza maturata in questi anni, considerate “le lungaggini che si stanno verificando nel concorso pubblico unificato per il reclutamento di Oss”, per evitare che 173 famiglie si ritrovino in grande difficoltà lo scorso 12 gennaio il sindacato della UILFPL ha fatto richiesta di un avvio di selezione pubblica.

In particolare, allo scopo di non perdere numerose professionalità acquisite in oltre tre anni di lavoro, lo stesso sindacato ha chiesto l'avvio di una selezione pubblica per titoli, proprio in funzione della copertura a tempo determinato di posti di operatore socio sanitario per le esigenze dell'AOU Sassari. Destinatari della richiesta, i direttori (generale, amministrativo e sanitario) dell’Azienda ospedaliera, nonché l’allora assessore regionale Carlo Doria.

Il risultato è stato che nella graduatoria, che ha fatto seguito alla pubblica selezione, “per trovare noi interinali devi guardare dopo i primi 500 posti”. A spiegarcelo è una OSS, mamma lavoratrice, spaventata dal futuro. In sostanza, nessuno dei 173 operatori sanitari che lavorano per la Aou di Sassari con contratti interinali in scadenza il 31 marzo prossimo è riuscito a posizionarsi tra i primi posti. Nei loro confronti non si sarebbe tenuto conto dell’esperienza maturata in ospedale, in tempo di Covid, e oggi si sentono persone “usate” perché non riconosciute per il lavoro svolto e i sacrifici fuori dal comune sostenuti nei difficili anni della pandemia.  

L’APPELLO. Allo stato dei fatti, la richiesta era ed è quella di dare la continuità del posto di lavoro, per non disperdere le professionalità acquisite e non creare disservizi nei reparti.

“Siamo personale già formato – è lo sfogo della Oss, che parla anche per tanti altri colleghi -. Questo dovrebbe essere un vantaggio per l’Azienda ospedaliera. Amiamo il nostro lavoro e abbiamo dato noi stessi in periodo di pandemia, rischiando anche la vita. Non si può dimenticare. Come mai l’Aou non tiene conto di questo?”.

La lavoratrice ricorda anche: “E ci chiamavano “Angeli”, poi respira e sottolinea: “Nessuno vuole una medaglia. Chiediamo di continuare a lavorare nello stesso posto in cui lavoriamo da almeno tre anni”.

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