In Sardegna

La lenta morte del commercio in Sardegna

Nel corso di un anno hanno chiuso 2615 attività

La lenta morte del commercio in Sardegna

Di: Fabiola Castri


Mercoledì 20 giugno la Confesercenti Sardegna ha presentato, alla Commissione speciale sulla crisi delle attività produttive, la relazione sul commercio in Sardegna e le richieste di tutto il comparto.

I dati presentati illustrano cifre veramente impressionanti, che mostrano la caduta a picco del settore. Nel corso del 2017 sono state, infatti, presentate ben 2615 cancellazioni al registro delle imprese,dato che supera  anche quello del 2016 (2575). Sassari e provincia hanno il saldo negativo più alto con -7%, seguono Cagliari, Oristano e Nuoro.

Cifre che ribadiscono ciò che negli ultimi anni si è riscontrato sempre più nei piccoli centri della Sardegna, ma anche nelle grandi città, nonostante si sia sentito parlare spesso di ripresa del commercio. Però i numeri purtroppo non mentono, e in questo modo si assisterà sempre più in fretta all’abbandono dei piccoli centri.

Dover abbassare definitivamente una serranda, dopo che per anni sono stati fatti sacrifici e ci si è buttati anima e corpo sull’attività, non è solo un lavoro tolto a qualcuno, ma anche un servizio tolto a tutti i cittadini. Nei piccoli e nei grandi centri mancano ormai le attività commerciali, dal negozio di alimentari sotto casa ai pubblici servizi.

La relazione presentata dalla Confesercenti mette in luce problemi dovuti non solo dalla crisi del settore, ma anche da una politica sbagliata attuata nei confronti della categoria del commercio al dettaglio, che non viene tutelata in nessun modo.

“Stiamo assistendo ad una vera e propria desertificazione dei centri urbani - afferma Gian Battista Piana, direttore Confesercenti Sardegna – l’assenza di attività commerciali nei centri storici la dice lunga sulle difficoltà che le attività commerciali e artigianali riscontrano a stare sul mercato in aree marginali della città così come, purtroppo, in tutti i centri minori dell’isola la politica dovrebbe almeno a posteriori riconoscere che questo è il risultato della totale indifferenza verso il comparto che ha caratterizzato l’attività politico-amministrativa di tutte le amministrazioni a vari livelli.”

“Da sempre abbiamo sostenuto che il commercio ha una insostituibile funzione in termini di elevazione della qualità della vita – aggiunge Roberto Bolognese, presidente dell’associazione – e mentre il commercio di vicinato continua a vivere un dramma sempre più profondo, prendiamo atto che la grande distribuzione organizzata, di contro, si espande e continua a conquistare nuove fette di mercato.”

Ora non resta che aspettare che venga proposta e approvata al più presto una legge regionale specifica che agevoli e tuteli le imprese attive nell’artigianato e nel commercio al dettaglio.

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