Sassari

Un brevetto tutto sardo per l’utilizzo della lana in bioedilizia

Il sistema di coibentazione è stato inventato dall’artigiano sassarese Costanzo Salis

Un brevetto tutto sardo per l’utilizzo della lana in bioedilizia

Di: Antonio Caria


Un brevetto made in Sardinia che potrebbe rivoluzionare l’utilizzo della lana naturale in bioedilizia. È questa l’idea dell’artigiano sassarese Costanzo Salis, noto per essersi distinto nella produzione e nell’utilizzo del grassello di calce in combinazione con altri prodotti naturali, in particolare con i derivati della canapa sativa.

Il sistema, frutto di anni di studio e sperimentazioni fatte dallo stesso Salis, comprende una serie di tecniche per diverse soluzioni, come l’intonaco fibrato di calce e lana, cappotto di calce e lana, coibentazione a pavimento e coibentazione a solaio.

«Si utilizzano solo materiali bioedili a chilometro zero – ha specificato Salis –. In Sardegna abbiamo le pietre calcaree, abbiamo la lana, diamoci da fare per dare impulso all’economia».

Dopo due anni e mezzo di iter burocratico, nei giorni scorsi è arrivato il via libera da parte del Ministero per lo Sviluppo economico a questo “Sistema naturale isolanti a cappotto per esterni e interni dei fabbricati di lana naturale e calce tradizionale”.

Soddisfazione è stata espressa da Luigi Sanna, funzionario di Confartigianato provinciale Sassari: «Siamo davvero orgogliosi che un nostro associato abbia ottenuto un riconoscimento di questo genere. È un passo importante per le potenzialità legate alla “green economy” su tutta la filiera dell'edilizia, che può avere una ricaduta positiva anche sul mondo delle campagne e su tutto il territorio. Può risultare vincente la combinazione tra calce tradizionale, lana e canapa sativa».

Inoltre, il “Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e architettura” dell’Università di Cagliari (Dicaar), sta coinvolgendo le sperimentazioni di Salis, insieme a quelli di altre unidic imprese sarde, nel progetto Ples (Prodotti locali per l’edilizia sostenibile).

«Il fulcro del progetto è verificare la sostenibilità di pareti e solai strutturalmente portanti realizzati in legno sardo – ha sottolineato Giovanna Concu, coordinatrice scientifica e responsabile accademica del progetto –. Nell’arco di trenta mesi, dovremo testare il comportamento isolante e coibente dei materiali naturali locali a contatto con questi pannelli strutturali, mediante analisi teoriche e prove di laboratorio. Le imprese potranno così ricevere degli input per migliorare le loro linee di produzione e perfezionare i loro prodotti».

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