Cagliari

Nudi in spiaggia in Sardegna: “Il nudismo è libertà da barriere e pregiudizi” L’intervista

L’intervista a Pamela e il racconto della sua esperienza da nudista in Sardegna e all’estero

Nudi in spiaggia in Sardegna: “Il nudismo è libertà da barriere e pregiudizi” L’intervista

Di: Ilaria Cardia


Il nudismo e il naturismo in spiaggia sono una realtà oramai consolidata anche in Sardegna. Le amministrazioni sarde hanno capito che tanti sardi e tanti italiani si dirigevano all’estero per poter vivere una vacanza naturista a 360 gradi. E quindi, con grande ritardo, in Sardegna si prova a seguire quel canale di turismo per raggiungere i livelli di Spagna, Francia e Albania. 

Nella nostra Isola, però, non sono tanti i simpatizzanti del naturismo. Proprio per questo abbiamo provato, insieme a Pamela che fa parte del direttivo di A.N.ITA Sardegna Naturista, a sfatare tanti miti dietro le spiagge dei nudisti. Ma non solo. Le abbiamo chiesto cosa realmente accada in quelle spiagge, se ci siano regole di comportamento. Abbiamo affrontato il tema dell’imbarazzo e delle autorizzazioni (arrivate in Sardegna solo nel 2017 con la legge regionale del 28 luglio n. 16 Art. 36). 

Nessuna depravazione o voglia di ostentazione in questa pratica. Anzi. Eppure Pamela ci ha raccontato che “dichiarare, nella propria cerchia di conoscenze, di essere naturisti o nudisti spesso corrisponde a un vero e proprio coming-out e crea scandalo”, scopriamo perché.  

Ciao Pamela, con una sola domanda vorrei riuscire a sfatare molti miti. Credo però che serva prima fare molta chiarezza su vari punti.  Innanzitutto, nelle spiagge autorizzate per il turismo naturista ci sono delle regole di comportamento? 

“Le regole sono quelle della buona educazione. Le stesse regole che vengono utilizzate in tutti i luoghi pubblici, come non avvicinarsi in modo invasivo alle persone e tenere un atteggiamento fisico composto. Insomma, come accade esattamente in tutte le altre spiagge."

Come e quando è nata la tua esigenza di stare nuda in spiaggia? 

“La mia esperienza è abbastanza antica. Ho iniziato a frequentare le spiagge per nudisti trent’anni fa. Tutto è iniziato con la voglia, puramente estetica, di avere un'abbronzatura integrale. Peccato che (o per meglio dire fortuna), assecondando quel che poteva sembrare un capriccio, ho assaporato il piacere di avere il mio corpo a contatto con la natura. Una sensazione davvero unica. Una volta provata è difficile tornare indietro.” 

Cosa si prova? 

“Non hai barriere tra te e l’acqua o la sabbia. Hai una sensazione di benessere e libertà indescrivibile. È un aspetto molto profondo – e con un gran sorriso aggiunge - E poi non devi strizzare il costume dopo il bagno. Tutto questo l’ho sperimentato ancor prima delle spiagge autorizzate con tutti i rischi e pericoli.”

Quali pericoli nello specifico?

“Bisogna capire che anni e anni fa non vi era una spiaggia autorizzata in Sardegna. Solo nel 2017, dopo un gran lavoro di A.N.ITA, abbiamo smesso di sentirci in pericolo. L’associazione ha fatto di tutto per mettersi in contatto con le amministrazioni e fargli capire che esisteva tantissima gente interessata al tema ma, soprattutto, avevano interesse (e lo hanno tutt’ora) ad essere protetti. Prima delle autorizzazioni il nudismo e il naturismo venivano praticati in determinate spiagge che sono conosciute in Sardegna, come in altri posti in Italia, come spiagge naturiste o nudiste per consuetudine, ma non sono spiagge organizzate. Il fatto è che le spiagge non autorizzate sono spesso spiagge nascoste, per le quali occorre camminare o arrampicarsi per poterle raggiungere. Quindi spiagge non comode, senza servizi; può accadere di tutto (come un malore, ad esempio) e trovarsi in un posto sperduto lontano dal parcheggio dell'auto, o poco accessibile ai mezzi di soccorso non è il massimo.”  

Ti è personalmente capitato un episodio spiacevole nelle spiagge utilizzate per consuetudine? 

“Si. Ed è stato la causa del mio abbondano delle spiagge nudiste non autorizzate! Era il 2.000 e mi trovavo in una caletta con un gruppo di amici tra ragazzi e ragazze. Una compagnia di amici come tante altre, intenti a ridere, chiacchierare e prendere il sole. Come spesso capita, la caletta si trovava vicino a una parete formata da scogli. Siamo dovuti scappare via perché alcuni personaggi hanno iniziato a tirarci delle pietre addosso dall’alto.”

Come hai soddisfatto la tua voglia di libertà in spiaggia da quel giorno sino al 2017? 

“Fuori dalla Sardegna. Nello specifico in Corsica dove esistono delle bellissime realtà. La Corsica, dal punto di vista del naturismo, è molto avanti rispetto a noi; esistono moltissimi camping naturisti che hanno l'accesso per disabili, le piscine, l’animazione come qualsiasi villaggio turistico. Sono attrezzati per le famiglie e quindi puoi trovare l'intrattenimento per i bambini. 

Noi siamo purtroppo ancora lontani da una realtà del genere, ma siamo soddisfatti di essere riusciti ad avere delle spiagge autorizzate dove ora, se vengo molestata, posso chiamare la polizia e farmi difendere perché se sono nuda in una spiaggia autorizzata acquisisco automaticamente un diritto.”

Il naturismo in spiaggia riserva altre scoperte? 

“Assolutamente si. Può sembrare banale e scontato ma non indossare vestiti (o costumi da bagno) appiattisce ed elimina tutte le differenze sociali. Ci presentiamo nudi all’altro, iniziamo a chiacchierare senza la possibilità di esser condizionati da pregiudizi. Pregiudizi che inevitabilmente sviluppiamo nella nostra mente al primo sguardo con un individuo sconosciuto. 

Da un costume si può capire lo stile di vita di una persona, se è una persona che tiene all’eleganza, allo stile o se è più mirata al risparmio. Nudi, invece, siamo tutti uguali.”

Ti è capitato di farti un’idea di una persona e poi ribaltarla una volta rivista vestita? 

“[Ride] Si l'ho provato, anzi lo provo tutte le volte nel quale mi capita di fare amicizia in un camping. Fai amicizia, come è ovvio che sia quando stai una settimana in un posto, col vicino di bungalow o con i genitori dei bambini coi quali sta giocando tuo figlio; nel momento dei saluti, magari scambi il numero di telefono per incontrarvi in altro contesto l’inverno. Nel momento in cui li rivedi, ti accorgi di cose che mai avresti potuto immaginare. Anche se si parla tanto di inclusività e di accettazione del prossimo, siamo inevitabilmente attratti da ciò che è più simile a noi. E il ‘simile’ è facilmente individuabile attraverso gli oggetti, i vestiti o gli accessori che indossa. Senza di essi siamo tutti uguali e possiamo solo arricchirci. Ti faccio un esempio: da cosa s’indossa potresti intuire anche la musica che ascolta una persona; un individuo nudo è solo ed esclusivamente una persona da scoprire.”  

Cosa vorresti dire ai curiosi che non trovano il coraggio di sperimentare una giornata in spiaggia nudi? 

“Vorrei premettere innanzitutto una cosa. Noi del nuovo direttivo nazionale di A.N.ITA abbiamo deciso di essere totalmente inclusivi e di rendere i nostri luoghi di tutti, vestiti e no. Vogliamo essere accettati e ci piace l’idea di fare altrettanto con chi non si sente del tutto pronto a vivere questa esperienza, ma vuole comunque avvicinarsi al nostro mondo. Sarà poi naturale per chiunque partecipasse togliere il costume dopo nemmeno mezza giornata.”

Perché? 

“Nei trent’anni di naturismo ho potuto notare molti casi di persone, intimorite o con molta vergogna iniziale, trovare serenità una volta arrivati e spogliarsi. Purtroppo, abbiamo un rapporto condizionato negativamente con il nostro corpo da modelli esterni che ci vengono imposti; senza il costume mostri il tuo corpo per quel che è e vedi gli altri. Corpi assolutamente autentici con pregi e difetti. Questo rasserena tanto. Non devi dimostrare niente a nessuno. Ad esempio, ti senti normale con il tuo seno sceso che lo è più o meno di tutte le altre le donne; sicuramente non vedrai nessun capezzolo puntare verso il cielo.

Poi consiglierei di non avere aspettative: è esattamente come andare in una qualsiasi spiaggia. Arrivi, metti l’ombrellone e godi della bellezza della natura con persone di tutte le età e famiglie con bambini. Niente di più e niente di meno.” 

Perché secondo te ci sono tanti pregiudizi? 

“Perché per il pensiero comune “essere nudi” significa essere disponibili al sesso. Una donna che decide di prendere il sole in modo integrale può essere paragonata a una prostituta. In realtà, da quello che ti ho raccontato, tutti i lettori possono capire che non c’è niente di più lontano da questi concetti.” 

Se hai maggiori curiosità e volessi avere maggiori informazioni puoi contattare A.N.ITA Sardegna Naturista all’email sardegnanaturista.anita@gmail.com o chiamare ai numeri 3683196410 -3338578630 -3389209191

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