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Il mercato dei cambi scosso dal momento 'no' della sterlina: la Brexit imputata d'eccellenza

La sterlina mostra il fianco e perde forza nei confronti dell'euro e del dollaro

Il mercato dei cambi scosso dal momento 'no' della sterlina: la Brexit imputata d'eccellenza

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Il mercato dei cambi sta vivendo di rimando l'incertezza della sterlina britannica.

Le difficoltà della divisa britannica, è inutile negarlo, sono la conseguenza di una politica interna debole e dei tanti problemi legati alle trattative sulla Brexit.

La sterlina mostra il fianco e perde forza nei confronti dell'euro e del dollaro.

Questo il mercato dei cambi, che meglio identifichiamo come Forex, ma anche altri strumenti del mondo della finanza come i CFD, lo percepiscono costantemente, indebolendo in questo modo la Borsa.

In realtà si tratta di un circolo vizioso. La leader conservatrice Theresa May è in serie difficoltà, soprattutto laddove si parla di Brexit, e questa sua debolezza è un ulteriore segnale negativo per le Borse, che non metabolizzano al meglio le difficoltà politiche e spingono giù la sterlina.

La sterlina debole è un segnale negativo per la Gran Bretagna e crea problemi al paese e alla Borsa e tutto sembra girare in tondo, su se stesso, come il classico cane che si morde la coda, senza trovare una via d'uscita o un appiglio al quale attaccarsi per uscire dal vortice.

Theresa May nell'ambito della cena del summit dei capi di Stato e di governo dedicata alla Brexit, che si è tenuta a fine ottobre a Bruxelles, ha lanciato un appello ai 27 leader del'Ue chiedendo di essere aiutata a "difendersi dalle critiche domestiche".

Le vicende legate alla Brexit fanno estremamente male alla Gran Bretagna, e creano anche uno spiacevole effetto domino, per questo la May ha chiesto espressamente di trovare una soluzione per velocizzare le trattative perchè il Regno Unito possa uscire dall'Ue e 'tirare su la testa' ridando fiato all'economia e ritrovando la stabilità.

Theresa May chiede un atto di ottimismo, sottolineando che il Regno Unito deve dimostrarsi ambizioso su quanto è in grado di ottenere, e forte soprattutto nei confronti dell'Europa con la quale condivide gli stessi valori e quindi libero scambio, concorrenza leale e rigorosa, standard normativi e sicurezza.

Di rimando non tutte le risposte sono parse utili per permettere alla Gran Bretagna di superare le secche, in cui è stata trascinata dalla Brexit, in tempi brevissimi.

La cancelliera tedesca Angela Merkel ad esempio ha replicato senza perdere tempo, sottolineando che le parole della May non le hanno fatto cambiare idea.

I negoziati – ha spiegato la leader tedesca - devono procedere gradualmente e non possono completarsi in poche settimane, ma hanno bisogno di un percorso ben strutturato.

L'Ue giudica i progressi sulle trattative  'insufficienti'  per completare l'uscita della Gran Bretagna dall'Ue, e le trattative sembrano procedere tra uno scossone e l'altro, riflettendosi inevitabilmente sull'economia e sulla Borsa.

I negoziati vanno a rilento per le diverse vedute fra Londra e l'Ue, e i tre dossier attorno ai quali si sviluppano i possibili accordi vedono ancora grosse differenze fra le parti.

L'Ue quindi prende tempo per valutare 'lo strappo' con estrema calma e attenzione, per non compiere passi azzardati, che possano anche ritorcersi contro l'Unione. Sull'altro fronte invece la Gran Bretagna preme per avviare i negoziati definitivi.

Le discussioni preparatorie sul futuro delle relazioni fra Gran Bretagna e Ue potrebbero addirittura

veder slittare il confronto interno fra i 27 leader restanti a dopo il 29 marzo 2019, data dell'uscita ufficiale della Gran Bretagna dall'Ue.

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