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Dopo il governo e la Chiesa, anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è intervenuto sulla vicenda della Global Sumud Flotilla, invitando gli attivisti ad accettare la proposta di mediazione che prevede la consegna a Cipro degli aiuti destinati a Gaza. La flotta umanitaria, composta da cinquanta imbarcazioni, mantiene però la rotta diretta verso la Striscia, respingendo soluzioni alternative. Intanto, la portavoce italiana Maria Elena Delia è rientrata in Italia “al fine di condurre un dialogo diretto con le istituzioni per garantire l’incolumità dei membri italiani dell’equipaggio e il raggiungimento degli obiettivi della missione nel rispetto del diritto”.
Il pressing diplomatico resta intenso, anche a livello internazionale, dopo l’uso di granate accecanti da parte di droni israeliani e il monito di Tel Aviv: “non permetteremo la violazione di un legittimo blocco navale”. Mattarella ha rivolto un accorato “appello alle donne e agli uomini della Flotilla perché raccolgano la disponibilità offerta dal Patriarcato Latino di Gerusalemme di svolgere il compito di consegnare in sicurezza quel che la solidarietà ha destinato a bambini, donne, uomini di Gaza”, sottolineando che “il valore della vita umana, che sembra aver perso ogni significato a Gaza, richiede di evitare di porre a rischio l’incolumità di ogni persona”.
Il governo e le opposizioni, da Tajani a Provenzano fino a Conte, hanno esortato gli attivisti a riflettere. Giorgia Meloni ha ribadito la necessità di tutelare le vite umane e non alimentare la sfida al blocco navale. Le barche, ferme a sud di Creta per maltempo e tensioni interne, restano pronte a partire.