Nella notte tra domenica e lunedì, il governo israeliano ha dato il via libera alla nuova fase dell’operazione militare contro Hamas nella Striscia di Gaza. L’obiettivo dichiarato è l’ampliamento delle azioni sul campo con la presa di controllo stabile di alcune aree, l’eliminazione dei tunnel e la pressione per ottenere la liberazione degli ostaggi.

Il piano prevede l’evacuazione della popolazione civile del nord e del centro della Striscia verso il sud, tra il corridoio Morag e il Filadelfia, dove saranno predisposte strutture di accoglienza. Israele ha annunciato l’invio di aiuti umanitari essenziali tramite società private, sotto stretto monitoraggio. “Li aiuteremo ad avere il cibo. Sono affamati”, ha dichiarato il presidente americano Donald Trump, precisando che l’Idf non prenderà parte alla distribuzione.

Lunedì sera, intanto, Israele ha reagito al missile lanciato dagli Houthi yemeniti – che aveva colpito l’aeroporto di Tel Aviv – colpendo con 50 bombe il porto di Hodeida, nello Yemen. “Raid massiccio, non sarà l’ultimo. I giochi sono finiti”, ha riferito una fonte della sicurezza israeliana, confermando il coinvolgimento diretto degli Stati Uniti.

Alcune dichiarazioni filtrate nelle ore precedenti dall’interno dell’esecutivo israeliano – secondo cui il piano includerebbe la “conquista della Striscia e il mantenimento del territorio” – hanno suscitato forti reazioni tra le famiglie degli ostaggi. A Gerusalemme sono scoppiate proteste davanti alla Knesset, con appelli ai riservisti affinché non partecipino all’operazione.

Per contenere le tensioni, alti ufficiali dell’Idf hanno chiarito in un’intervista a Yedioth Ahronoth: “Non entreremo nelle aree dove si sospetta la presenza di ostaggi. Il piano è esteso ma non totale, e non prevede l’occupazione dell’intera Striscia”.

L’inizio dell’operazione è subordinato alla conclusione del viaggio del presidente Trump nei Paesi del Golfo, previsto dal 13 al 16 maggio. Fino ad allora, Israele ha concesso dieci giorni ad Hamas per un’intesa su tregua e ostaggi, prima dell’eventuale avvio dell’operazione Carri di Gedeone.

Sul fronte diplomatico, l’Iran ha respinto ogni accusa di coinvolgimento nei raid degli Houthi, definendole “affermazioni infondate”. Secondo Teheran, il sostegno del popolo yemenita ai palestinesi sarebbe “una scelta indipendente”. Intanto, fonti Houthi riferiscono di almeno due morti e 42 feriti nel bombardamento israeliano su Hodeida.