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"Il tempo delle parole è terminato": con queste parole, dall’assemblea dei lavoratori della Sider Alloys di Portovesme arriva un ultimatum rivolto al Governo, al Mimit e alla Regione Sardegna. Le sigle sindacali Fiom, Fsm, Uilm e Cub, insieme agli operai della SiderAlloys, della Gms e ai lavoratori in mobilità, chiedono atti concreti: "Dimostrino che le dichiarazioni di strategicità non restino solo sulla carta e che la produzione di alluminio primario in Italia sia davvero possibile. E lo facciano subito".
Dall’incontro tenutosi davanti ai cancelli dell’ex Alcoa emerge la volontà di non perdere altro tempo. I sindacati sollecitano la politica, a tutti i livelli, a garantire un rilancio reale e immediato, senza permettere che la gestione resti in mano a SiderAlloys, indicata come la principale responsabile di un fallimento lungo sette anni. Nel mirino anche Invitalia, accusata di aver perso tempo e risorse nonostante la presenza di propri rappresentanti nel cda dell’azienda.
Fiom, Fsm, Uilm e Cub mettono in guardia: "Un ulteriore finanziamento all’attuale proprietà sarebbe ingiustificabile. I numeri parlano chiaro: debiti verso lavoratori, fornitori, appaltatori e istituzioni, nessun piano industriale credibile, risorse pubbliche dissipate, investimenti fantasma – come i container dalla Cina mai arrivati – e gravi rischi ambientali denunciati".