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Nonostante non sia stato emesso un ultimatum formale, la tensione è palpabile. Dopo otto giorni trascorsi a 40 metri di altezza sul silo numero 3 dell'Eurallumina, a Portovesme, gli operai, esausti e frustrati, continuano a pressare il governo per ottenere informazioni sui fondi finanziari della multinazionale Rusal, bloccati a seguito delle sanzioni imposte alla Russia a causa del conflitto in Ucraina.
Domani, martedì 25 novembre, sarà il termine delle 48 ore richieste dai sindacati e dai lavoratori per ricevere rassicurazioni sul fatto che l'incontro programmato per il 10 dicembre presso il Mimit non sia solamente un incontro di facciata. In caso contrario, le proteste potrebbero intensificarsi.
Anche se la decisione finale non è stata ancora presa, sembra che sia tutto pronto per una dimostrazione a Roma, con i lavoratori con le tute verdi provenienti dal Sulcis che potrebbero recarsi a manifestare davanti a una delle sedi ministeriali coinvolte: Mimit, Mef e Mase. Non è esclusa nemmeno la possibilità di un'azione il venerdì 28 a Cagliari, in occasione dei 100 anni di Confindustria, quando sono attesi due ministri, Adolfo Urso per le Imprese e il Made in Italy, e Maria Elvira Calderone per il Lavoro e le Politiche sociali.
Nel frattempo, fonti rivelano che sono in corso colloqui tra i rappresentanti sindacali a livello nazionale e gli uffici ministeriali al fine di trovare una soluzione che sblocchi i fondi congelati dal Comitato di sicurezza finanziaria del Mef, attualmente utilizzati per sostenere le operazioni di bonifica.





