Tutti assolti perché il fatto non sussiste. È il clamoroso esito del processo d’Appello celebratosi presso il Tribunale di Cagliari in merito alla vicenda cosiddetta di Sindacopoli, che nel 2014 travolse i Comuni del Gal Barbagia-Mandrolisai con pesanti accuse di corruzione nella pubblica amministrazione e turbativa d'asta rivolte a vario titolo a tecnici, imprese e amministratori locali.

TUTTI ASSOLTI

Il verdetto dei giudici cagliaritani, presieduti da Giovanni Lavena, ribalta la sentenza emessa dal Tribunale di Oristano il 5 marzo 2024, che aveva condonnato a 7 anni e 6 mesi per corruzione l'ingegnere Salvatore Pinna, ingegnere di Desulo titolare della Essepi Engineering, a 6 anni l’ex sindaco di Belvì Rinaldo Arangino, a 4 anni e 3 mesi Pierpaolo Sau, ex sindaco di Tonara e Pietro Crobu, ex vicesindaco di Ortueri.

"GRANDE SODDISFAZIONE"

Gli imputati, difesi dagli avvocati Massimiliano Ravenna, Gianfranco Sollai e Daniela Russo, dopo anni di battaglie legali vedono riconosciuta la loro innocenza.

Una notizia accolta con grande soddisfazione, come testimoniata dall'avvocato Ravenna, legale di Arangino e Sau. "È stato un processo estremamente complicato e articolato – spiega a Sardegna Live Ravenna –, durato tantissimi anni. Attendiamo di leggere le motivazioni della sentenza per poter esprimere un giudizio più compiuto, ma siamo molto soddisfatti".

"CI SPERAVAMO"

Un risultato atteso? "Ci speravamo – dichiara a Sardegna Live l'avvocato Ravenna –. Dopo tanti anni di professione so che è meglio sperare in qualcosa piuttosto che attenderla. Eravamo convinti che le argomentazioni da noi presentate fossero serie e degne di essere prese in considerazione e così è stato. Evidentemente alcune delle questioni poste sono state ritenute meritevoli di accoglimento".

"I miei assistiti – conclude Ravenna – stavolta non erano presenti in aula, ma ho avuto modo di sentirli e naturalmente sono molto contenti per l'esito del processo. È la fine di una vicenda giudiziaria che li a tenuti impegnati per molti anni".

L'INCHIESTA

Scattata nel 2014, l'inchiesta aveva acceso i riflettori su un presunto intreccio all'insegna del malaffare tra studi professionali e amministrazioni comunali con lo scopo di pilotare l'assegnazione della progettazione di opere pubbliche e l'esecuzione di appalti, favorendo tecnici amici e imprese "amiche". Molti degli imputati erano stati prosciolti già nel 2024, ma per quattro di loro è stato necessario un ulteriore grado di giudizio prima di arrivare all'assoluzione con formula piena.