Un quartiere sotto pressione, dove gli abitanti convivono ogni giorno con degrado, spaccio e un continuo via vai di tossicodipendenti. È questa la realtà del centro storico di Sassari, in particolare del rione San Donato, dove la situazione è diventata sempre più invivibile. E ora, dopo il blitz contro la mafia nigeriana, cresce anche la paura.

È di appena una settimana fa l’operazione della Squadra Mobile della Questura di Sassari, nell’ambito di una vasta indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Cagliari, che ha portato all’esecuzione di trenta provvedimenti di fermo nei confronti di cittadini nigeriani indagati per associazione mafiosa. Un’organizzazione radicata nel territorio e collegata direttamente con la Nigeria, con ramificazioni non solo a Cagliari, Genova, Isernia, Caserta, Verona, Siena e Terni, ma anche all’estero: Mauritania, Francia, Olanda e Germania.

A seguito delle minacce e delle presunte ritorsioni subite dai residenti che hanno collaborato con le forze dell’ordine, gli avvocati Gabriele Satta e Michele Pais, entrambi esponenti della Lega, lanciano un appello forte e diretto alle istituzioni: "L’operazione condotta nei giorni scorsi dalla Squadra Mobile di Sassari e dal Servizio Centrale Operativo, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Cagliari è stata un’azione coraggiosa e fondamentale, ma ora non possiamo permettere che i cittadini onesti paghino il prezzo del loro coraggio, che a distanza di una settimana ricevono ripercussioni negative sulla loro sicurezza. Servono misure concrete per garantire sicurezza e legalità".

Secondo Satta e Pais, il centro storico non può continuare a essere “una zona franca dello spaccio e del degrado”. “È certamente necessario un piano di rilancio urbanistico che riporti vita e dignità nei quartieri abbandonati, facendo tornare residenti e attività commerciali. Ma nell’attualità è indispensabile aumentare la presenza dello Stato non solo con l'encomiabile lavoro delle forze di polizia, insostituibili e da rafforzare nell’organico, ma anche installando un capillare impianto di videosorveglianza, fondamentale e improcrastinabile. Ma in aggiunta e a supporto di queste azioni, è anche il momento di pensare di richiedere il programma ‘Strade Sicure’ con l’impiego della Brigata Sassari: è paradossale che i nostri militari, apprezzati e operativi in tante città italiane, non siano utilizzati nella loro Sassari.”

“La mafia nigeriana va combattuta con ogni mezzo, ma non possiamo vincere questa battaglia senza proteggere chi ha deciso di stare dalla parte giusta” concludono Pais e Satta.