PHOTO
Udienza densa di testimonianze e documenti quella svoltasi oggi al Tribunale di Sassari, nell’ambito del processo che vede imputati Tonino Becciu, fratello del cardinale Angelo Becciu, il vescovo di Ozieri Corrado Melis e altre sette persone, accusati a vario titolo di peculato, riciclaggio, false dichiarazioni al pm e favoreggiamento. Al centro del procedimento, l’uso presunto a fini privati di oltre due milioni di euro provenienti dall’8xmille e da fondi vaticani destinati alla Diocesi di Ozieri.
Davanti al collegio presieduto dal giudice Giancosimo Mura – con Monia Adami e Sara Pelicci a latere – hanno deposto il tenente colonnello Pasquale Pellecchia e il luogotenente Marco Casu della Guardia di Finanza, rispondendo alle domande del pm Gianni Caria e dei difensori Ivano Iai (per gli imputati ecclesiastici) e Antonello Patanè (per gli altri).
Pellecchia, che nel 2022 guidava il Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Oristano, ha ricostruito le principali tappe dell’indagine, soffermandosi su una nota informativa riservata firmata dall’allora vescovo Sergio Pintor, nella quale, secondo quanto riferito, il prelato lamentava le presunte ingerenze dei cardinali Bertone e Becciu nella gestione della Diocesi e della Caritas di Ozieri.
Il luogotenente Casu ha invece illustrato i riscontri bancari relativi ai movimenti dei conti correnti riconducibili alla Diocesi, alla Caritas e alla cooperativa Spes, di cui Tonino Becciu era responsabile. La difesa ha contestato l’acquisizione di alcune prove e documenti, sostenendo che, in base agli accordi tra Stato italiano e Vaticano, il materiale non dovrebbe essere ammesso in giudizio.
Il processo è stato aggiornato al 26 novembre, data in cui verranno ascoltati nuovi testimoni.