"In riferimento e a seguito del provvedimento cautelare emesso dall’Ufficio del GIP del Tribunale di Oristano lo scorso 10 giugno nei confronti di una impiegata applicata in sedi aziendali operative sul territorio oristanese, Poste Italiane ha provveduto tempestivamente a sospendere dal servizio la destinataria della misura cautelare sopracitata".

Si tratta di una nota di Poste Italiane, in merito al caso che ha coinvolto un'impiegata delle Poste di 48 anni, scoperta dai carabinieri e sospesa dal servizio, con un provvedimento emesso del Gip del tribunale di Oristano.

La donna, indagata per episodi di peculato (le Poste anche se privatizzate sono considerate ancora come un ente pubblico) e sostituzione di persona, si sarebbe appropriata, secondo i carabinieri delle Stazioni di Ghilarza e Abbasanta che hanno condotto le indagini, di circa 40 mila euro. Vittime soprattutto anziani, disabili e stranieri dell'Oristanese. L'impiegata si sarebbe sostituita ai clienti, chiudendo carte Postepay, impossessandosi di denaro nei conti correnti fingendo operazioni non andate a buon fine, accedendo anche ai libretti postali e prelevando somme di denaro.

Le indagini sono partite i primi mesi del 2024 a seguito di diverse denunce presentate dalle vittime. L'impiegata, che ha lavorato in diversi uffici dell'Oristanese, in circa dieci mesi si sarebbe appropriata del denaro. In alcuni casi "estingueva le carte postepay alle vittime e utilizzando documenti o copie di documenti già in suo possesso, si sostituiva ai correntisti accendendo libretti postali e prelevandone somme che lei stessa aveva fatto confluire - hanno spiegato dall'Arma - In altri casi si appropriava indebitamente di somme di denaro intestate a diversi correntisti simulando operazioni che, a fronte di richieste di spiegazioni, asseriva non essere andate a buon fine".

Quando le vittime hanno scoperto di avere ammanchi sul conto o addirittura la chiusura di libretti o carte di credito hanno presentato denuncia ai carabinieri. "In alcune occasioni è stato accertato che l'indagata, per sviare eventuali indagini aveva utilizzato le postazioni di lavoro di altri suoi colleghi assenti", hanno affermato i carabinieri. L'impiegata sceglieva appositamente le vittime che, come dice il Gip nella misura cautelare, fragili e vulnerabili, "trattandosi di persone di età avanzata, con limitazioni linguistiche (una vittima è di etnia cinese) o sensoriali (in un caso la vittima è un non udente)".

Nel corso della perquisizione a casa dell'indagata è stato trovato materiale di interesse per le indagini tra cui una carta d'identità e una tessera sanitaria intestata a terza persona, fotocopie di documenti e un'agenda in cui erano stati annotati numeri di carte postepay con abbinati i nominativi dei titolari.

L’azienda, continuando ad assicurare la massima disponibilità alle Autorità responsabili delle indagini, evidenzia nella nota di aver "prontamente avviato le opportune verifiche interne in funzione dell’individuazione e del riscontro di operazioni fraudolente commesse nella fattispecie. Poste Italiane, infine, comunica che tutti i clienti che risulteranno coinvolti saranno risarciti delle somme indebitamente sottratte.