Aveva espresso in vita la volontà di donare gli organi e grazie alla sua generosità un paziente affetto da insufficienza renale cronica, iscritto nella lista d’attesa regionale, ha potuto ricevere un trapianto. Si tratta del primo in Sardegna effettuato da donatore a cuore non battente.

A differenza della donazione dopo morte encefalica, «in questo caso la verifica è stata effettuata con criteri cardiologici, un elettrocardiogramma registrato piatto per 20 minuti, così come previsto dalla normativa». Subito dopo il decesso, è stata avviata «una circolazione extracorporea sul donatore-cadavere che ossigena e rimuove l’anidride carbonica dal sangue».

Dopo il prelievo, il rene è stato sottoposto a «tecniche mirate a ridurre il danno da ischemia provocato dalla cessazione del battito cardiaco e che hanno agevolato, oltre alla valutazione della qualità della funzione dell'organo, anche alcune forme di “trattamento”, in grado di migliorare la “performance” dell’organo stesso».

Le attività sono state coordinate dal Centro regionale trapianti, diretto da Lorenzo D’Antonio, con Francesca Zorcolo e il Coordinamento locale guidato da Antonio Manti.

«L’utilizzo di organi da donatori a cuore non battente – spiega il commissario straordinario Maurizio Marciasrappresenta una delle frontiere più avanzate della medicina dei trapianti. Un lavoro corale che ha permesso di costruire percorsi organizzativi sicuri e pienamente allineati agli standard nazionali, offrendo nuove opportunità di cura a tanti pazienti in attesa».