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Disagi in vista oggi per i viaggiatori a causa dello sciopero nazionale di otto ore nel settore ferroviario, proclamato da quasi tutte le sigle sindacali di categoria – Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl Ferrovieri, Fast-Confsal e Orsa – per il rinnovo del contratto nazionale e aziendale del Gruppo Fs, entrambi scaduti a fine 2023. Dalle 9 alle 17 si fermano i lavoratori del Gruppo Fs, dei servizi ferroviari e della rete infrastrutturale. Lo sciopero non coinvolge invece il personale di Italo.
Trenitalia avverte: possibili cancellazioni totali o parziali di Frecce, Intercity e treni regionali. I viaggiatori sono invitati a consultare i canali ufficiali prima di mettersi in viaggio. A Napoli Centrale è previsto un sit-in dei lavoratori dalle 10 alle 14.
"Il diritto allo sciopero è sacrosanto – ha dichiarato il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini – ma fare quasi uno sciopero al giorno nei trasporti non aiuta chi utilizza il servizio pubblico". Il ministro ha auspicato che "le aziende si avvicinino alle richieste", ricordando che "maggio non deve diventare il mese degli scioperi quotidiani".
Ieri al Mit si è tenuto un tavolo tra sindacati e parti datoriali. "Siamo disponibili a una trattativa no-stop – hanno spiegato Filt Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti – ma servono risposte su salario, normativa e welfare per i circa 100mila lavoratori coinvolti". Le sigle hanno inoltre chiesto al Ministero "misure più severe contro le aggressioni al personale".
Revocato, intanto, lo sciopero aereo del 9 maggio della Cub. Rinviato al 17 maggio quello di Usb nel settore ferroviario.
Disagi anche in Sardegna: “I ferrovieri sono stanchi e senza contratto”
Disagi e rallentamenti questa mattina anche nelle principali stazioni ferroviarie della Sardegna. “Dopo oltre 16 mesi di mancato rinnovo del contratto nazionale – dichiara Arnaldo Boeddu, segretario generale della Filt Cgil Sardegna – non solo non c’è uno spiraglio per una chiusura a breve, ma le trattative continuano senza alcun concreto avanzamento”. Boeddu sottolinea che “a nulla sono servite le procedure di raffreddamento per evitare questo primo sciopero dell’intero comparto”. Poi l’affondo: “Da una parte un’inflazione che ha inciso sui salari, dall’altra un atteggiamento datoriale volto a peggiorare le condizioni di vita. Se non ci saranno risposte, seguiranno nuove proteste”.