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“Avevamo l’assassino di nostra figlia in casa e non ce ne siamo accorti.” È un dolore lacerante quello di Marcello Carbonaro e Enza Cossentino, i genitori di Martina, la quattordicenne uccisa ad Afragola.
Martina è stata trovata senza vita il 26 maggio. Per il suo omicidio è stato fermato l’ex fidanzato, Alessio Tucci, appena 19 anni. Un ragazzo conosciuto e benvoluto dalla famiglia Carbonaro, che non sospettava di avere accanto il presunto responsabile di una tragedia così assurda.
“Non ci posso credere — ha raccontato il padre — che proprio lui, che veniva a casa nostra, ha dormito qui, è venuto anche al mare con noi, abbia potuto ucciderla.” Parole cariche di rabbia e disperazione, perché, come ha spiegato, “ha partecipato alle ricerche con me, è salito in macchina e abbiamo cercato insieme Martina. È stato come se stesse recitando una parte”.
Anche la madre, Enza, è sconvolta: “Ha fatto finta di niente. Ci ha aiutato a cercarla. Poi ha detto di essersi fatto una doccia. Si è tolto i panni sporchi del delitto e non si sa dove siano andati a finire", riflettono ora i genitori.
Ora, alla luce di nuovi dettagli, emergono sospetti e rimorsi. Enza rivela di aver appreso di uno schiaffo inflitto da Alessio a Martina, un episodio che la fa riflettere sulle vere dinamiche della relazione.
La famiglia Carbonaro non riesce a trovare pace, schiacciata da un dolore che non ha confini. “Voglio giustizia per mia figlia”, ha detto il padre, con un filo di voce. “Chi le ha fatto del male deve pagare”.
Dietro l’angoscia dei genitori si cela una ferita collettiva che colpisce tutta la comunità di Afragola, stretta nel cordoglio per la giovane vita spezzata e per la fiducia tradita da chi, fino a poco prima, sembrava un ragazzo di famiglia.
Intanto le indagini proseguono per chiarire ogni dettaglio di un delitto che ha sconvolto la città. Ma, per mamma Enza e papà Marcello, resta solo una domanda senza risposta: “Perché?”