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Secondo la XVI edizione dell’Atlante dell’Infanzia a rischio di Save the Children, oltre il 92% degli adolescenti italiani tra i 15 e i 19 anni usa strumenti di Intelligenza Artificiale, contro il 46,7% degli adulti. Quasi un ragazzo su tre lo fa tutti i giorni o quasi, mentre tra gli adulti solo l’8% ha la stessa frequenza.
I chatbot come ChatGPT, Claude e Dixit sono i più utilizzati (68,3%), seguiti da strumenti di traduzione (42,5%) e assistenti vocali (33,3%). Il 49,1% degli adolescenti li considera fondamentali, e il 47,1% ritiene che un uso maggiore potrebbe aiutarli nella vita personale.
Tra i motivi principali: ricerca di informazioni (35,7%), aiuto nello studio (35,2%), traduzioni (19,8%), scrittura testi (18,7%), ma anche divertimento (21,4%) e consigli di vita quotidiana (15%). Alcuni li usano anche per benessere personale (7,1%) o compagnia (4,2%).
Gli adolescenti apprezzano soprattutto che l’IA “è sempre disponibile” (28,8%), “mi capisce e mi tratta bene” (14,5%) e “non mi giudica” (12,4%). Il 58,1% ha chiesto consigli su questioni importanti, e il 63,5% ha trovato più soddisfacente parlare con un’IA che con una persona reale.
Altri dati dell’Atlante evidenziano criticità: quasi la metà non legge libri, 1 su 5 non fa attività fisica, e quasi il 13% mostra un uso problematico di internet. Il 47,1% è stato vittima di cyberbullismo e oltre un terzo dei ragazzi visita siti porno per adulti.
Il benessere psicologico mostra un forte divario di genere: solo il 34% delle ragazze si dichiara equilibrata, contro il 66% dei ragazzi, mentre meno della metà degli adolescenti in generale (49,6%) mostra un buon livello di benessere psicologico.





