Dal tampone orale prelevato 18 anni fa a Chiara Poggi e analizzato soltanto ora durante l’incidente probatorio, sarebbe emersa una minima quantità di dna maschile. Un frammento genetico che, stando ai consulenti delle parti, non appartiene né ad Alberto Stasi – condannato in via definitiva a 16 anni per l’omicidio della ragazza – né ad Andrea Sempio, indagato nella nuova inchiesta aperta dalla procura di Pavia.

«L’esame verrà ripetuto», spiegano gli esperti, proprio perché il profilo genetico individuato sarebbe ridotto al minimo e non si esclude possa essere il risultato di una contaminazione.

Il nuovo approfondimento potrebbe chiarire se quel dna appartenga davvero a un uomo ancora non identificato o se sia solo una traccia priva di valore probatorio. Un dettaglio che, se confermato, potrebbe riaprire interrogativi rimasti irrisolti nel caso dell’omicidio avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007.

In attesa dei nuovi risultati, resta dunque in bilico l’ipotesi che dietro quella traccia si nasconda una pista mai seguita o se si tratti soltanto di un’alterazione avvenuta in laboratorio o durante le fasi di conservazione del reperto.